Caro Zingaretti, ho appena letto del cambiamento del Cda del Cotral. Era ora. Anzi occorreva farlo pure prima. Questa azienda ha dei seri problemi. I servizi che sono sulla carta, quasi mai vengono assicurati e l’utenza è sempre più in difficoltà. Anche perché in pochi pagano e i controlli non esistono. Molte corse che dovrebbero fare servizio extraurbano e speed, come Roma-Latina e raccogliere gli utenti fuori dalle città, fanno invece dei giri interni e tortuosi delle grandi città e loro periferie, doppiando le aziende di trasporto cittadine, con grande dispendio di costi pubblici e di tempo perso per tutti. E non parliamo dei quotidiani disservizi.

Anche oggi siamo rimasti inutilmente in attesa di un autobus che avrebbe dovuto portarci al lavoro ma che non è passato. E non è certo la prima volta. Negli ultimi anni, infatti, è sempre più frequente rimanere a piedi piuttosto che arrivare a destinazione. Una destinazione e un percorso già pagati in anticipo di un anno o di un mese. Una bella cifra che si consegna a occhi chiusi ad un’azienda che non si merita niente.

La mattina esci e non sai se parti. La sera non sai se torni. Sospensioni e soppressioni sono all’ordine del giorno. Per gli studenti pontini da due anni a questa parte è un vero calvario. I presidi non sanno più dove mettere le mani. Più che giustificare ritardi ormai cronici e autorizzazioni anticipate alle uscite per venire incontro a questi ragazzi e alle loro famiglie in preda ormai a una ingiusta rassegnazione, altro non possono fare.

Un esempio tra i tanti. Molti gli studenti che quest’anno si sono iscritti all’Istituto Agrario, complice il fatto che hanno aperto una scuola per chef. Se lo hanno fatto contavano comunque su un trasporto programmato e pubblicato e se si va a cercare quegli orari esistono ancora. Sì, esistono, ma hanno a fianco una parolina magica adottata ormai e anche abusata dal Cotral: “corsa sospesa“. Sospesa in casa Cotral non significa soppressa, perché se si utilizzasse questo termine la Regione Lazio ne trarrebbe le dovute conseguenze quando a tavolino fanno i conti per i finanziamenti a chilometro… sospesa per loro vuol dire non parte per mesi ma c’è! Esiste, insomma, ma solo sulla carta. E questo è successo dappertutto.

Dai paesi Lepini, partono… se partono, corse ridotte con studenti ammassati uno sull’altro.

Mi hanno raccontato che da un paesino c’è una corriera che parte intorno alle 5 di mattina e che molti prendono per arrivare alla stazione delle ferrovie che è a 20 km. Da lì prendono il treno per Roma. Non si contano più le volte che svegliano i parenti a casa per farsi accompagnare, correndo, affrettandosi il più possibile e volando giù per quelle pericolose curve di montagna, invece che riuscire a salire su quel predellino che li porta tranquillamente a destinazione.

Se fai presente tutte queste difficoltà, l’azienda ti risponde che hanno carenza di personale, anche se hanno appena assunto altri autisti, che c’è penuria di autobus, che c’è lo sciopero o che gli autisti si sono ammalati. Tutte cose che diciamoci la verità, all’utenza non importa un fico secco.

Ma torniamo ad oggi, Presidente. Non vedendo arrivare l’autobus una compagna di viaggio ha provato a chiamare il capolinea. Nessuna risposta… anche questa non è una novità. Dopo tanto siamo riusciti a sapere che la corsa, come molte altre, non ci sarebbe stata perché un numero considerevole di autisti erano fermi in deposito e portato i loro mezzi in officina segnalando carenze, insufficienze e mancanze che a torto o ragione esistono sui mezzi.

Chiaramente una prova di forza con l’azienda che noi non vogliamo e non intendiamo né avallare, né ignorare, caro Presidente. A ognuno il suo mestiere. Noi siamo utenti paganti e quindi abbiamo il sacrosanto diritto di non dover pagare due volte queste nefandezze, ma essere trasportati quotidianamente con tranquillità e sicurezza al nostro posto di lavoro. Come da contratto no?

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