Un appalto tra le polemiche, lavori fermi da mesi e un’azienda scomparsa nel nulla. Continuano le polemiche per i lavori alla scuola di Montecchio (Reggio Emilia) affidati all’impresa Saedil. E ora la Procura di Reggio Emilia pare intenzionata a valutare che non vi siano state irregolarità nell’affidamento dei lavori. Dopo il caso di Brescello, anche l’altro comune del reggiano finito al centro dell’inchiesta della web tv Cortocircuito finisce tra i sorvegliati speciali per il rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata. A Montecchio i riflettori sono accesi sul cantiere della nuova scuola media, fermo da mesi nonostante la consegna fosse fissata per lo scorso febbraio. Da maggio la ditta che aveva ricevuto l’incarico, la Saedil di Gricignano di Aversa in provincia di Caserta, comune già sciolto per mafia nel 2010, è sparita nel nulla, lasciando non solo i lavori a metà, ma una scia di debiti in paese, tra ristoranti e affittacamere. Solo in seguito è emerso che l’impresa non ha mai presentato il certificato antimafia, come richiesto per le ditte che lavorano con le pubbliche amministrazioni, anche se il sindaco del Comune Paolo Colli ha sempre affermato di fronte alle telecamere di Cortocircuito di avere segnalato l’affidamento dell’appalto alla prefetture competenti.

Tra i documenti della gara però, non vi sarebbe traccia nemmeno della lettera di richiesta di certificazione antimafia da parte del Comune. Eppure a Montecchio esiste anche un responsabile per la prevenzione della corruzione, individuato nel segretario comunale Stefano Gandellini, che avrebbe il compito di vigilare proprio su tutte le attività sottoposte al rischio di pressioni o influenze, e sul rispetto della legalità nella pubblica amministrazione. La nomina risale al 25 marzo 2013 ed è stata fatta proprio dal sindaco Colli, e nello stesso anno è stato varato anche un piano triennale di prevenzione alla corruzione valido dal 2013 al 2015, che tra le funzioni ad alto rischio individua proprio “la scelta del contraente per l’affidamento di lavori, servizi, fornitore”. E che sottolinea in particolare l’“elevato rischio” per i servizi dell’ufficio tecnico. Nonostante il protocollo, che dovrebbe garantire la massima attenzione sui temi della legalità e della trasparenza, sembra però che l’ufficio tecnico che ha affidato l’appalto alla Saedil non abbia mai fatto richiesta del certificato antimafia. O almeno, questo quanto risulta alla minoranza, che ha analizzato i documenti dell’appalto. Tra l’altro il cantiere di Montecchio, a differenza di tutti gli altri della Provincia, non è mai comparso sul portale di Opal-Re, un sito che ha proprio l’obiettivo di rendere trasparente alla cittadinanza i lavori della pubblica amministrazione, segnalando tutte le opere in corso nei vari comuni, le ditte aggiudicatarie di appalto, comprensive dei subappalti e dello stato del progetto in corso.

Il bando di gara per la scuola di Montecchio era uscito a marzo 2012 e i lavori erano stati affidati a settembre dello stesso anno. Vincitrice era risultata la Saedil di Gricignano, che aveva presentato l’offerta migliore con un ribasso del 23 per cento sul prezzo finale, e soprattutto un record sulla consegna, con 45 giorni in meno rispetto alle previsioni del progetto preliminare. Il contratto di appalto, per un importo di oltre 1,5 milioni di euro, prevedeva il completamento della scuola media a fine febbraio 2014. Un termine che avrebbe consentito al sindaco Colli, sostenuto dal Pd e che guidava il Comune già al tempo della gara e dell’affidamento, di tagliare il nastro del nuovo istituto in anticipo sulla campagna elettorale per il secondo mandato, mettendo la sua firma a un progetto che sicuramente avrebbe giovato a tutta la cittadinanza. Il primo cittadino è riuscito ugualmente a farsi rieleggere a maggio 2014, ma le cose sono andate diversamente per la scuola, visto che la ditta, già in ritardo sulla consegna, a maggio è sparita nel nulla, lasciando l’edificio con le impalcature e i lavori da terminare. L’appalto è stato revocato, i lavori saranno riaffidati, ma intanto a Montecchio gli studenti non sono riusciti a entrare nella nuova scuola nemmeno a settembre.

“In campagna elettorale Colli non ha mai risposto sulla mancata consegna dell’opera. Ora dovrà darci spiegazioni” ha spiegato Mauro Caldini, capogruppo in consiglio comunale del M5S che ora vuole la testa del sindaco. Dopo lo scoppio del caso, al consigliere è stato addirittura impedito di parlare in consiglio comunale. “Hanno violato il regolamento, facendo saltare le comunicazioni a inizio seduta – racconta – Volevo chiedere le dimissioni del sindaco, ma le ho chieste ugualmente. Su questa vicenda bisogna fare chiarezza”.

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