Forza Italia e Sel chiederanno una nuova revisione della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza approvata il 14 ottobre dal Senato per il rotto della cuffia e il suo ritorno nelle aule parlamentari. Secondo quanto riferisce l’agenzia Public Policy che cita “fonti” del partito di Silvio Berlusconi la richiesta sarà probabilmente formalizzata da Fi già in giornata. Un’iniziativa che fa fa seguito alla lettera inviata dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan al commissario Ue agli Affari economici, Jyrki Katainen, dove vengono indicate le misure aggiuntive con le quali l’Italia si impegna, nel corso del 2015, a correggere il deficit strutturale di circa 0,3 punti di Pil, pari a 4,8 miliardi di euro.

Alla fine della missiva spedita a Bruxelles e pubblicata sul sito del Tesoro, il ministro Padoan chiede che la Commissione Ue “tenga pienamente in considerazione la versione rivista del Draft budgetary plan” che sarà preparato “nei prossimi giorni”. Sarebbe per questo, riferiscono fonti nel gruppo berlusconiano, che il partito chiederà un nuovo passaggio in Aula della Nota di aggiornamento. Va detto però che il Draft budgetary plan non è l’aggiornamento del Def, bensì il nuovo “documento programmatico di bilancio”, istituito da un regolamento europeo del 2013, nel quale gli stati membri illustrano all’Europa in forma sintetica e standardizzata il proprio progetto di bilancio per l’anno successivo. Cioè la legge di Stabilità.

Ma il Documento programmatico di bilancio è un’altra cosa rispetto alla nota di variazione al Def

Ma certo la presa di posizione di Forza Italia segue la “nuova” linea inaugurata nei giorni scorsi dallo stesso Berlusconi di apparente opposizione almeno sulla linea economica del governo, dopo che invece Berlusconi ha stretto patti con Renzi sulle riforme istituzionali con il Patto di Nazareno e da ultimo ha sostenuto le idee del presidente del Consiglio in materia di diritti civili, in particolare sulle unioni civili e sulla cittadinanza agli immigrati.

E infatti è significativo che la richiesta dei berlusconiani è la stessa che arriva da Sel. Il capogruppo alla Camera, Arturo Scotto, ha detto che “con la risposta di questa mattina alle richieste di chiarimento della commissione Ue sul Documento programmatico 2015 il governo annuncia nuove misure per raggiungere gli obiettivi di bilancio di medio termine cambiando, però, i saldi della legge di Stabilità. Peccato che il Parlamento ha recentemente approvato un Def con saldi diversi”. Dunque, “il Def ritorni immediatamente in aula”. “Vista la nuova fase politica determinatasi dopo la grande manifestazione di sabato a Roma che ha chiesto una modifica radicale della politica economica e del lavoro del governo”, aggiunge Scotto, “è necessario fare fronte comune con chi quella piazza l’ha attraversata e sostenuta, entrando nel merito dei provvedimenti per rimettere in discussione l’impianto della manovra e del Jobs Act. Le forze della sinistra presenti in Parlamento ne hanno la forza e i numeri”.

Oltre all’aspetto economico traspare una strategia tutta parlamentare e quindi politica. Al Senato la nota di aggiornamento al Def era passata quasi per caso, con la maggioranza che era apparsa più debole di quanto non sia già a Palazzo Madama: l’ok era stato possibile solo grazie all’inaspettato voto favorevole di un senatore ex M5s (Luis Alberto Orellana) e il mancato contributo alle opposizioni di Roberto Calderoli che in quel momento stava presiedendo l’assemblea e quindi – come per abitudine – si era astenuto dal voto.

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