La “ricarica induttiva“, con i debiti perfezionamenti, un giorno potrebbe diventare il metodo di ricarica più diffuso non solo per i dispositivi elettronici come gli smartphone, ma anche per le auto elettriche. Diverse case automobilistiche, infatti, stanno lavorando a sistemi di ricarica wireless, cioè senza fili. I vantaggi? L’assenza del cavo, essenzialmente: l’idea è quella di parcheggiare semplicemente l’auto sopra la placca della ricarica e trovare la batteria “col pieno” la mattina dopo. Persino più semplice di un rifornimento di benzina. I problemi da risolvere rimangono la perdita di efficienza del trasferimento e il problema dell’allineamento fra piastra “ricaricante” e batteria, che deve essere molto preciso.

Uno dei marchi che si sta muovendo con più decisione in questo campo è la BMW. La Casa di Monaco di Baviera, che ha già lanciato dei modelli innovativi come la i3 e la sportiva i8, sta cercando di sviluppare in tempi brevi la ricarica a induzione, per superare l’attuale sistema delle colonnine, che sarà sfruttato sia delle elettriche che dalle ibride plug-in. Insieme alla BMW lavora anche la Mercedes, in un progetto di sviluppo congiunto firmato la scorsa estate che dovrebbe dare i primi risultati concreti nel 2016.

Il sistema BMW-Daimler funziona, come detto, con due piastre: una montata nella parte inferiore dell’auto, l’altra installata per terra, nel garage o in un punto di ricarica in strada. La vicinanza tra i due dispositivi poi potrà creare un campo magnetico che consente di trasferire una potenza di 3,6 kW, con un’efficienza del 90%, e che dovrebbe evolversi fino a raggiungere i 7 kW. I test su una piccola flotta hanno confermato che per una ricarica completa della batteria da 8,7 kWh dell’S500 ibrida plug-in bastano due ore. Per facilitare ulteriormente il compito ai proprietari dell’ammiraglia Mercedes, è stato anche sviluppato un sistema di aiuto all’allineamento, che fa partire automaticamente il processo di ricarica quando la macchina si mette in posizione sopra la piastra.

Anche la Toyota, lo scorso febbraio, ha iniziato lo sviluppo della ricarica wireless. La casa giapponese, però, utilizza una tecnologia basata sulla risonanza magnetica, a una frequenza di 85 kHz e una potenza di 2 kW, invece dell’induzione: con questa tecnologia, la carica della batteria della Prius plug-in dovrebbe impiegare circa 90 minuti. Anche Toyota sta sviluppando un nuovo sistema di assistenza al parcheggio che permetterà al guidatore di posteggiare la macchina nel modo migliore, sopra alla piastra a induzione.

Una grande spinta per la ricarica induttiva, però, potrebbe arrivare dal mondo delle corse. Come le sperimentazioni per la Formula 1 diventano utili per le innovazioni sulle automobili di serie, il nuovo campionato di Formula E è il banco di prova per la mobilità del futuro. Il mondiale dedicato alle monoposto elettriche è partito ufficialmente il 13 settembre 2014 e le safety e medical car – BMW elettriche i3 e ibride plug-in i8 – montano un sistema di ricarica sperimentale sviluppato a San Diego dalla Qualcomm: le vetture vengono ricaricate alla fine della pit lane e sono pronte a intervenire in qualunque momento, non essendo legate a nessun cavo. Il passo successivo, nelle intenzioni degli organizzatori, sarà la ricarica wireless in movimento: mentre oggi a metà gara i piloti devono cambiare l’auto scarica con una identica ma carica, un domani l’auto dovrebbe “fare il pieno” senza fermarsi.

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