Un uomo solo al comando. Erano altri tempi, ed un altro sport. Ma la storica frase con cui Mauro Ferretti annunciava la vittoria di Fausto Coppi al Giro del ’49 si adatta benissimo a descrivere l’attuale situazione dei principali campionati di calcio in Europa. Il Chelsea in Inghilterra, il Barcellona in Spagna, il Bayern Monaco in Germania. Ma anche Marsiglia in Francia, Psv Eindhoven in Olanda, Benfica in Portogallo. Siamo ancora a ottobre e un po’ ovunque i tornei nazionali sembrano già profondamente indirizzati. Impossibile individuare una causa comune, tanti fattori diversi e specifici concorrono a determinare la tendenza. Ma il risultato è il medesimo, e rischia di nuocere gravemente allo spettacolo. Proprio l’Italia è un’eccezione che conferma la regola: pure in Serie A la frattura fra vetta e inseguitrici è già evidente, ma almeno davanti ci sono due squadre (la Juventus e la Roma) che promettono di dar vita a un testa a testa appassionante fino all’ultima giornata.

INGHILTERRA: DOMINIO MOURINHO – La Premier League è caso emblematico del fenomeno. Sulla carta, ad agosto, le pretendenti al titolo non erano mai state così numerose: il City campione in carica, l’Arsenal e il Liverpool in eterna attesa di exploit, il Manchester United della nuova era Van Gaal. Sul campo, però, il Chelsea di Josè Mourinho sta avendo vita fin troppo facile: i punti di vantaggio sul Manchester City sono già cinque, e sarebbero potuti essere addirittura otto se una rete dell’ex Lampard non avesse pareggiato in extremis lo scontro diretto all’Etihad Stadium. Merito dei gol di Diego Costa e degli assist di Fabregas, campioni portati in dote da un calciomercato faraonico. Ma anche di un gruppo compatto e pronto per tornare a vincere. Dietro i Blues si fa spazio il nuovo che avanza: innanzitutto il Southampton di Graziano Pellè, terzo in classifica. Ma anche il West Ham, espressione della degradata periferia orientale di Londra, tradizionalmente una delle squadre più povere della capitale, che adesso sogna l’Europa.

SPAGNA: BARCA IN FUGA – In Spagna il Barcellona ha accumulato quattro e cinque punti nei confronti delle due squadre di Madrid, il Real e l’Atletico. Non sarebbero neanche tantissimi, se non fosse che storicamente nella Liga le big trovano poche difficoltà contro le piccole, e si giocano lo scudetto essenzialmente negli scontri diretti. Aver già scavato un solco superiore ai tre punti è molto significativo per i ragazzi allenati da Luis Enrique. E sabato alle 18 è tempo di “clasico”: se il Barca dovesse uscire indenne – o addirittura vincitore – dal Bernabeu potrebbe mettere una seria ipoteca sul titolo. Ai piani alti si rivedono anche il Siviglia (campione in carica dell’Europa League) e il rinato Valencia, ma difficilmente potranno inserirsi nella corsa scudetto. Bene anche l’Eibar, cenerentola del campionato, che sta dimostrando di essere all’altezza delle grandi di Spagna.

GERMANIA: BAYERN MONACO SENZA RIVALI – In Germania praticamente il campionato non è mai cominciato. Non tanto per i punti di distacco fra il Bayern Monaco e le inseguitrici (quattro al momento). Ma piuttosto perché non esiste una rivale credibile per la corazzata di Pep Guardiola: il Borussia Dortmund sta vivendo la stagione più difficile dell’era Klopp, precipitato quasi in zona retrocessione con sette punti in otto partite. E allora in vetta tocca a Borussia Mönchengladbach, Hoffenhaim e Mainz tentare di inserirsi nella lotta scudetto. Ma neanche loro ci credono più di tanto. La Bundesliga rischia di essere finita prima di Natale.

FRANCIA: SORPRESA MARSIGLIA – Fino ad ora il campionato più sorprendente è la Ligue 1 francese. Qui troviamo il distacco maggiore fra prima e seconda, addirittura sette punti. Ma in testa non c’è il Paris Saint- Germain di Ibrahimovic, Cavani e Thiago Silva, bensì il Marsiglia di Marcelo Bielsa. Il “Loco” aveva cominciato la stagione tra mille polemiche e minacce di dimissioni: sta dominando il torneo a mani basse, con otto vittorie in dieci incontri e addirittura 25 gol fatti (una media superiore a tre a partita). Potenzialmente è anche la situazione più interessante: perché il divario è grande, ma è facile immaginare che alla lunga il Psg possa ricucirlo. E dar vita a un testa a testa appassionante.

ITALIA, TURCHIA E SCOZIA: LO SPETTACOLO IN PERIFERIA – Situazione analoga anche in Portogallo e Olanda, dove Benfica e Psv sono a più quattro su Porto e Ajax. Per avere spettacolo bisogna allontanarsi dai campionati top del continente. Il duello italiano fra Juventus e Roma è una piacevole eccezione (anche se in Serie A il contraltare è costituito dall’enorme gap con le altre squadre, fra cui fatica ad emergere una candidata credibile al terzo posto). Si profila una corsa a due pure in Russia, fra Zenit San Pietroburgo e Cska Mosca. Idem in Turchia, dove il Galatasaray di Cesare Prandelli e il piccolo Beledyespor inseguono ad una lunghezza il Besiktas. Per trovare un campionato veramente aperto e combattuto bisogna spostarsi addirittura in Scozia: dopo il fallimento dei Rangers, sembra finita anche la storica egemonia del Celtic, solo quinto. Davanti ci sono Hamilton, Dundee, Kilmarnock e Inverness, a caccia di un titolo che sarebbe epocale: sono esattamente 30 anni che la Scottish Premier League non finisce lontana da Glasgow. Per i tifosi in cerca di spettacolo e adrenalina, dunque, occhi puntati sulla Scozia. E perché no, magari anche sull’Italia: il duello fra Juve e Roma potrebbe essere l’occasione per riportare la Serie A al centro dell’attenzione internazionale.

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