Se non è un mea culpa poco ci manca. Di certo è un’ammissione significativa, che viene dall’arbitro più discusso della Serie A 2014/2015: Gianluca Rocchi, colui che ha diretto (male) il big match di due settimane fa a Torino tra Juventus e Roma. Parole chiare quelle di Rocchi: “La mia gestione dell’episodio del rigore di Maicon è stata anomala: diciamo che una gestione non equilibrata della situazione ha creato tensioni tra i calciatori e nei confronti dell’arbitro” ha raccontato il fischietto internazionale a Donatella Scarnati, che lo ha intervistato per il Processo del Lunedì di Varriale. Per Rocchi, quindi, l’errore più grave della sua condotta è stato il mani in area (ma era fuori) del difensore brasiliano della Roma. Un episodio che ha infuocato un clima già teso e che ha dato il là ad una gara orribile dal punto di vista della gestione arbitrale. Rocchi non ha avuto difficoltà ad ammetterlo. “Dopo aver rivisto la partita per valutare e rivedere come faccio sempre il mio operato, l’analisi più dura è stata proprio sul quell’episodio” ha detto. Per lui si è trattato di “una gestione non equilibrata della situazione, probabilmente ha creato delle tensioni tra i calciatori e nei confronti dell’arbitro, quindi potrebbe essere questa la chiave di lettura per capire poi cos’è successo durante la partita”.[brightcove]3849865134001[/brightcove]

Gianluca Rocchi, poi, ha spiegato come ha vissuto le critiche mossegli dal mondo del calcio: “Non sono state tra le settimane più semplici, ho cercato di metabolizzare quello che era successo, stando in famiglia e allenandomi più di prima per cercare di essere pronto per il rientro – ha spiegato – Chiaramente non è stato un periodo facile anche perché si è parlato quasi solo esclusivamente di questa partita”. Poi la difesa, d’ufficio: “Io credo di avere mille difetti ma soprattutto un pregio, di assumermi sempre le mie responsabilità delle cose che faccio. In quella partita mi assumo la responsabilità di aver fatto delle scelte, mi permetta di dirle che sono state scelte difficili. Noi siamo lì per decidere e ho cercato di farlo nel miglior modo possibile, senza ripensamenti o senza dubbi – ha aggiunto – E’ chiaro che poi quando prendi delle decisioni puoi creare tra i calciatori e nell’ambiente un clima di tensione o comunque un clima di non accettazione. Da questo punto di vista una responsabilità credo di averla”.

E, parlando dell’atteggiamento avuto dai calciatori in campo, Rocchi ha sottolineato che “pensano a giocare la partita, il loro compito è questo. Sta all’arbitro riuscire a calmare gli spiriti e a portare la partita su dei livelli di accettabilità. A volte i calciatori potrebbero avere degli atteggiamenti migliori, però questo non sta a me educarli. Io lavoro e penso soprattutto alle mie mancanze ed eventualmente alle mie responsabilità”. Responsabilità che, tuttavia, non ha riguardato solo il mani-non mani di Maicon, ma anche altri episodi, tra cui la discussa espulsione di Rudi Garcia. Su questo Rocchi non è tornato sui suoi passi: la sviolinata andava punita. “E’ un gesto che non possiamo tollerare, non regolamentare. Mi è dispiaciuto in quel momento espellerlo perché non fa mai piacere allontanare un allenatore in particolar modo in una gara del genere, ma ho ritenuto corretto farlo”.

Non poteva mancare la domanda sull’ipotesi di introdurre la moviola in campo: “Noi andiamo in campo con gli strumenti che ci vengono consegnati. Noi usiamo la televisione per riguardare le partite ed eventualmente i nostri errori, per il resto non saprei cosa dire su questa cosa” ha detto Rocchi, secondo cui “generalmente riguardo subito una partita che ho arbitrato, in questo caso ho scelto di aspettare qualche giorno per rivederla a mente fredda che si ragiona meglio. La prima cosa che deve fare l’arbitro e essere molto severo con se stesso per crescere nel suo lavoro o altrimenti rifarebbe esattamente gli stessi errori”. Ora, a mente fredda, “non ce l’ho con me stesso. Mi sono reso conto che potevo fare meglio. Ho fatto quello che ho sempre fatto, dando il massimo. Non posso avere rimpianti. Quando fai l’arbitro, come in altre cose conta anche la fortuna. La fortuna fa parte della vita e devi accettare che le cose possano andare in una determinata maniera”.

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