Teresa Romero è guarita. L’infermiera spagnola di 44 anni che aveva contratto il virus quando faceva parte del team che si prendeva cura del missionario, Manuel Garcia Viejo, non ha più l’Ebola. Lo riferiscono fonti dell’ospedale Carlos III nel quale la donna è tenuta in quarantena da più di 10 giorni insieme al marito. “I tre esami fatti oggi, compreso quello di Teresa, sono negativi”, fanno sapere dall’interno della struttura ospedaliera. Intanto, arriva il mea culpa dell’Organizzazione mondiale della Sanità per la cattiva gestione dell’emergenza.

I medici, però, non vogliono chiudere il caso troppo in fretta. Sarà necessario un ulteriore esame che, se dovesse confermare un risultato negativo, toglierebbe ogni dubbio sulla conclusione del processo di guarigione della donna. Romero, però, non verrà subito dimessa, visto che è tornata a mangiare solo 3 giorni fa e che la malattia le ha provocato una grave infezione polmonare, ma dovrà rimanere in osservazione almeno altre 3 settimane. Questo tempo è necessario per assicurarsi che il virus non attacchi di nuovo la paziente. 

Romero si era presa cura dell’altro cittadino spagnolo deceduto dopo aver contratto il virus in Sierra Leone. Dopo la morte dell’uomo, l’infermiera di Madrid si era presa una vacanza ma, il 30 settembre, aveva mostrato i primi sintomi del contagio con una leggera febbre. Per questo aveva svolto le analisi necessarie che avevano dato risultato positivo. Subito, la donna e il marito, Javier Limon, sono stati ricoverati e messi in quarantena all’interno della struttura ospedaliera della capitale spagnola, mentre il suo cane, che si sospettava potesse aver a sua volta contratto il virus, è stato abbattuto

Ancora incerte le cause del contagio, anche se alcuni colleghi dell’infermiera e la donna stessa hanno raccontato che Ramon potrebbe essere stata contagiata mentre si stava togliendo la tuta protettiva a termine di un trattamento su Garcia Viejo. Uno dei medici dell’ospedale, German Rodriguez, ha raccontato che proprio la collega gli avrebbe confessato di essersi toccata il viso mentre indossava ancora i guanti protettivi.

Oms ammette errori in Africa: “Colpa di staff e burocrazia”
Staff incompetente, burocrazia e mancanza di informazioni affidabili. Sono questi alcuni dei motivi alla base della risposta non adeguata dell’Organizzazione Mondiale della Sanità al virus dell’Ebola in Africa. A rivelarlo è una bozza di un documento interno all’Oms ottenuto dall’Associated Press, nel quale si afferma che “quasi tuttì’ quelli coinvolti nel rispondere all’emergenza non hanno notato fattori e fatti di quella che è poi divenuta un’esplosione del virus. L’Oms non commenta il documento, limitandosi a dire i ”dettagli inclusi non saranno discussi fino a quando il documento non sarà completato e i fatti chiariti e provati. Siamo per la trasparenza e la responsabilità e pubblicheremo la revisione quando tutti i fatti saranno controllatì’ “Quasi nessuno si è accorto che una tempesta perfetta stava arrivando, pronta ad aprirsi in tutta la sua forza” si legge nel documento, nel quale si ammettono errori ma anche scarsa fiducia nella leadership dell’organizzazione nell’Africa occidentale, accusata di “compromettere più che di aiutare” la risposta all’Ebola.

Nigeria dichiarata “libera dal virus”
La Nigeria è ufficialmente “ebola free“. Dopo 42 giorni senza nuovi casi sospetti, l’Oms ha formalmente dichiarato oggi la Nigeria un Paese “libero dalla trasmissione del virus Ebola”. “Si tratta di un successo spettacolare che dimostra che Ebola può essere contenuta”, ha commentato l’Organizzazone sottolinenando che avrebbe poturo trattarsi dell’epidemia di Ebola “più esplosiva che si possa immaginare”.

Londra: “L’Ue stanzi un miliardo contro l’emergenza”
C’è “una finestra di tempo molto stretta per fermare la diffusione” di ebola, per la quale è necessario che la Ue metta a disposizione “un miliardo di euro” per “aumentare le possibilità di isolamento” nei paesi colpiti dall’epidemia. Lo afferma il ministro degli esteri britannico Philip Hammond arrivando al Consiglio Esteri che si riunisce a Lussemburgo e che si occuperà come primo argomento proprio di ebola. “Un problema serio e significativo” lo definisce Catherine Ashton affermando che “ha il potenziale per viaggiare ovunque”. Anche l’Olanda chiede un maggiore impegno: “E’ cruciale” che l’Unione europa “aumenti lo sforzo” per contrastare l’epidemia di ebola in Africa, ha detto il ministro degli esteri Bert Koenders.

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