Bandi ai matrimoni gay cancellati dai tribunali in Arizona e Alaska. Un giudice federale del Wyoming che ordina di celebrare le nozze omosessuali ma sospende la sua decisione per una settimana, per dare alle autorità dello Stato la possibilità di fare appello. La mappa dei matrimoni tra persone dello stesso sesso si allarga in tutti gli Stati Uniti, a zone che fino a qualche mese fa sembravano baluardi di politici conservatori e valori tradizionali. Contro questo trend, sembra esserci molto poco da fare. “Rinunciamo a fare appello – ha spiegato l’Attorney General dell’Arizona, il repubblicano Tom Horne – sarebbe un esercizio futile. E non è un principio conservatore buttar via i soldi dei contribuenti”.

Immediatamente dopo la sentenza dell’Arizona, molte coppie omosessuali si sono presentate davanti alle autorità dello Stato per essere unite in matrimonio. “Sono fuori di me dalla gioia, è una cosa che abbiamo atteso per anni”, ha detto Kevin Patterson, che con il compagno David Larance ha condotto la battaglia legale per il diritto al matrimonio. Aperta opposizione alle sentenze è stata espressa dalla governatrice repubblicana dell’Arizona, Jan Brewer, uno dei politici che più si è speso, negli anni passati, contro le aperture ai diritti gay. “Non è solo frustrante, è anche profondamente pericoloso che giudici federali non eletti possano dettare le leggi degli Stati, creando diritti sulla base delle loro preferenze politiche e scavalcando il volere popolare”.

La Brewer, che nel passato era stata accusata anche di razzismo per aver platealmente puntato il dito contro Barack Obama durante un incontro politico, dà voce in modo plateale alla furia contro i giudici di molti politici e gruppi conservatori. Il diritto al matrimonio gay è stato infatti raggiunto, in gran parte d’America, grazie alle sentenze dei tribunali che hanno progressivamente abbattuto restrizioni e bandi imposti dalla politica e dalle comunità locali. Il momento cruciale della battaglia è stato, nel 2013, la decisione della Corte Suprema di dichiarare incostituzionale il Defense of Marriage Act, la legge firmata da Bill Clinton nel 1996, che consentiva ai singoli Stati di rifiutare di riconoscere i matrimoni gay.

Da allora, le nozze omosessuali sono state ammesse un po’ ovunque. Quando gli Stati hanno fatto opposizione, sono intervenuti ancora la Corte Suprema e i tribunali minori a far rispettare la parità di fronte alla legge. L’altro momento decisivo c’è stato la settimana scorsa, quando ancora la Corte Suprema ha rifiutato di accogliere le obiezioni degli Stati, dando il via libera alle coppie omosessuali in Indiana, Oklahoma, Utah, Virginia, Wisconsin, e poi Kansas, North Carolina, South Carolina, West Virginia, e ancora Nevada e Idaho. Al momento sono 32 gli Stati americani che garantiscono il diritto al matrimonio. “Un progresso verso l’eguaglianza LGBT storico e importante – ha detto il ministro della giustizia Eric Holder – anche se rimangono ancora troppi luoghi dove uomini e donne non possono visitare i loro partner all’ospedale o essere riconosciuti come genitori dei figli dei partner”.

Il prossimo obiettivo della battaglia LGBT sembra essere a questo punto il Texas, il secondo più popoloso Stato americano e quello che, per le sue tradizioni conservatrici, ha un valore simbolico particolarmente alto per gay e lesbiche. Il quinto circuito della corte d’appello sta considerando la richiesta di annullare il bando ai matrimoni omosessuali votato nel 2005. I sostenitori dei diritti gay sostengono che le nozze tra persone dello stesso sesso, oltre a garantire l’eguaglianza dei diritti, daranno maggiore certezza e tranquillità di vita agli oltre 18 mila bambini allevati da coppie omosessuali, oltre a offrire un forte impulso all’economia texana; uno studio ha mostrato che il giro economico attorno ai matrimoni gay potrebbe raggiungere i 180 milioni di dollari. I gruppi religiosi e conservatori non intendono però arretrare. Cinque pastori di altrettante chiese di Houston hanno in questi giorni organizzato petizioni e raccolte di firme contro una legge cittadina che protegge dalla discriminazione e garantisce uguali diritti agli omosessuali.

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