A fronte di tanti che ogni giorno fuggono dall’Italia, quello della scienziata Sandra Savaglio è un cervello che ritorna. Nel 2004 il suo volto finì sulla copertina di ‘Time’ come simbolo dei cervelli in fuga dall’Europa. Dopo 23 anni trascorsi nei maggiori istituti di ricerca astrofisica del mondo e numerosi riconoscimenti, la luminare calabrese ha lasciato il Max-Planck Institute di Garching in Germania per diventare professore ordinario all’Unical di Cosenza. E da qualche settimana sono iniziate le sue lezioni. Dopo otto anni a Monaco è rientrata nella sua regione per insegnare nello stesso ateneo in cui si è laureata: “La differenza con la Germania? Qui in Italia non ci sono fondi per la ricerca. Il livello è altissimo, ma la preparazione dei giovani è un investimento a perdere perché li esportiamo. Spero che qualcuno si renda conto che investire sulla cultura significa investire sulla crescita del Paese”. Secondo la scienziata, sull’università le istituzioni avrebbero fallito perché “chi decide non necessariamente è lì per merito e i cittadini non hanno fiducia. Il nostro è un sistema che funziona nel preparare gli studenti. Il problema è cosa se ne fa di questi studenti? La Germania è uno di quei Paesi che le persone preparate le prende a gratis”  di Lucio Musolino

Articolo Precedente

Albania-Italia andata e ritorno. “Il vostro Paese? Credevamo fosse l’America”

next
Articolo Successivo

Paesi Brics, vita da cervelli in fuga: sogni e disillusioni degli italiani tra Cina e Brasile

next