La bella vita del geometra Giovanni Enrico Montaldo, 61 anni, responsabile dell’ufficio comunale incaricato di sorvegliare lo stato delle strade e del verde cittadino – coordinando gli interventi urgenti – è terminata quando gli uomini del Nucleo di polizia giudiziaria dei vigili urbani lo hanno arrestato per assenteismo. In termini giuridici l’accusa è di truffa aggravata ai danni di un ente pubblico e false attestazioni. Due mesi e mezzo di indagini, condotte con telecamere, appostamenti e pedinamenti, hanno accertato che il funzionario della direzione infrastrutture e sezione strade, abituato a presentarsi in ufficio tra le 11 e mezzogiorno, non impiegava affatto – come sosteneva – le prime ore del mattino in sopralluoghi a strade e giardini a Genova. Se ne restava a casa – in zona San Martino – tranquillo e sereno. Forse – è il sospetto degli inquirenti – ad arrotondare lo stipendio con qualche incarico extra.

Computer e documenti cartacei sono stati sequestrati nel suo ufficio al “Matitone” di Sampierdarena e nell’abitazione di corso Europa. Sono 44 gli episodi di assenteismo dal lavoro che gli vengono contestati. Poiché la violazione di legge è duplice (dichiarare di aver svolto un lavoro non eseguito e falsamente asserire di essere stato in posti in cui non si aveva mai messo piede) risultano 88 i capi di imputazione (per l’equivalente di 149 ore lavorative “fantasma”) elevati contro di lui dal gip Maria Teresa Rubini, che ha accolto la richiesta di arresto (in ragione della recidiva) formulata dal sostituto procuratore Federico Manotti. Tolti i weekend e le giornate festive, il conto è presto fatto. Pressoché tutti i giorni lavorativi il geometra Montaldo aveva l’abitudine di bruciare almeno tre ore dell’orario di lavoro. Nei giorni dell’alluvione Montaldo si era “prodigato nell’emergenza” – così almeno aveva detto – ma anche su questo fronte gli investigatori intendono andare fino in fondo.

Nessuno mai prima d’ora era finito in carcere per fatti analoghi. La misura cautelare è stata decisa per impedirgli di manomettere o fare sparire la documentazione – cartacea e informatica – che comproverebbe i suoi comportanti scorretti. E per impedirgli di agire sui testimoni – i colleghi d’ufficio – convincendoli a non smascherarlo. L’assessore al personale, Isabella Lanzone, contattato da ilfattoquotidiano.it, non ha risposto al telefono.

L’inchiesta che ha condotto in carcere Montaldo era scattata a seguito di una segnalazione anonima. Così almeno recita la versione ufficiale. Secondo altre fonti sarebbe stata la stessa amministrazione pubblica a sollevare sospetti sul comportamento del funzionario e a denunciarlo. Nei primi mesi del 2014 la procura ha disposto una serie di appostamenti da parte del nucleo di polizia giudiziaria dei Vigili, che riguardavano oltre a Montaldo anche altri suoi colleghi. Ciò per poter escludere con certezza che la soffiata fosse partita da qualche collega invidioso che tentasse di metterlo in cattiva luce. Il suo diretto superiore, Gian Luigi Gatti è già stato ascoltato come persona informata dei fatti. Gli accertamenti a tappeto che hanno incastrato il dirigente hanno attestato che la stragrande maggioranza dei dipendenti pubblici del settore lavora correttamente. Non tutti però: nelle maglie degli investigatori è rimasto incastrato anche un altro funzionario che opera nel settore del lavori pubblici. Anche lui indagato per falso, ha evitato l’arresto perché non gli è stata contestata la truffa, in quanto avrebbe recuperato le ore lavorative “bruciate”.

Un tasto delicatissimo, quello che riguarda il settore della manutenzione e dei lavori pubblici, nei giorni dell’alluvione. Quando erano emerse manchevolezze, imperizie, e scarsa dedizione ai propri doveri in alcuni settori dell’amministrazione pubblica. Palazzo Tursi, in un comunicato, ha confermato la piena disponibilità a collaborare con la procura nell’accertamento dei fatti. Montaldo è stato sospeso dal servizio e sarà ovviamente sottoposto a procedimento disciplinare.

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