Oggi ricomincia il processo Ilva, dopo che la Cassazione ha respinto la richiesta di un trasferimento a Potenza, avanzata da alcuni imputati. 

Questo è il più importante processo per disastro ambientale della storia italiana. Toccherà anche il problema delle coperture politiche e delle omissioni. 

Toccherà quindi la questione morale.

Le ipotesi di reato sono tante e gravissime. In questi anni, secondo gli esperti del tribunale di Taranto, trenta persone all’anno sarebbero morte per le emissioni industriali.

Ma c’è una domanda che rende questo processo ancora più inquietante.

La domanda è: il pericolo di ammalarsi e morire per inquinamento industriale è archiviato o riguarda anche il presente?

Il dott. Agostino Di Ciaula (Presidente Isde Puglia) ha posto tale domanda alla Commissione Ambiente della Camera dei Deputati: “La prosecuzione dell’attività produttiva di Ilva nel prossimo triennio è veramente compatibile con l’esistenza di condizioni che possano definirsi “accettabili” di salubrità ambientale e di salute dei cittadini?”

Molti a Taranto si chiedono se il pericolo per cui oggi comincia il processo sia ancora lì, in agguato. Ma a questa domanda non risponderà il processo. Il processo giudicherà il passato. Nessuna autorità sanitaria ha tuttavia messo nero su bianco che quei trenta morti non si ripeteranno più, in tutto o in parte.

Chi può dire se Ilva è “a norma” o no?

La Commissione Europea, con il “parere motivato” che oggi diffonde ufficialmente, lancia un segnale inequivocabile. La Commissione riscontra gravi problemi anche nel presente.

Ci troviamo di fronte ad un importante passo in avanti della Commissione Europea, che precede il deferimento dell’Italia alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Siamo alla fase due dell’infrazione che scatta con il “parere motivato”. Questo “parere motivato” piomba oggi con fragore nell’aula del Tribunale di Taranto. Inaspettato e travolgente.

Sarà compito della magistratura valutare anche questa importante novità che riguarda il presente dell’Ilva.

La domanda ora è la seguente: c’è un pericolo continuato anche nel presente o il pericolo si è interrotto grazie agli interventi di questo governo italiano che però la Commissione Europea oggi accusa di non aver messo a norma lo stabilimento?

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