Gentile Direttore,

intervengo con rispetto e viva commozione sulla tragedia che ha colpito il connazionale Salvatore Diaferio, deceduto a Playa del Carmen il giorno 30 settembre. Il Sig. Diaferio era venuto in Messico con l’aspettativa di una vita migliore e ha invece vissuto una situazione disagiata, fino all’improvvisa morte. Sento l’esigenza di fornire alcune precisazioni in relazione all’articolo apparso sul sito online del FattoQuotidiano a firma Thomas Mackinson. Il Signor Diaferio viveva dal 1 luglio 2014 presso un’amica, cittadina messicana residente a Playa del Carmen, senza manifestare particolari problemi di salute fino al giorno in cui ha lasciato l’abitazione il 23 di settembre.

Per quanto riguarda la successione degli eventi riportati nell’articolo, confermo che il 15 agosto l’Ambasciata d’Italia a Città del Messico ha richiesto al Consolato Onorario a Playa del Carmen, come da prassi, di provvedere a contattare i familiari del Diaferio, i cui nominativi egli stesso aveva solo quel giorno fornito allo stesso Consolato onorario (dopo il primo contatto avvenuto il 1 agosto, in cui si era rifiutato di farlo) in vista del rimpatrio. La richiesta non è stata riscontrata dal Consolato Onorario. Al riguardo, non sono corrette le dichiarazioni del Sig. Sabbia sull’impossibilità di entrare in contatto con i familiari in Italia per la revoca del contratto telefonico: nel giugno scorso l’Ambasciata, nell’ottica di un corretto utilizzo dei fondi pubblici, ha semplicemente richiesto di contrattare un pacchetto telefonico più adeguato all’effettivo utilizzo.

Solo il 23 settembre il sig. Diaferio si è presentato nuovamente al Consolato Onorario per rinnovare la sua richiesta, accompagnato dalla Polizia Turistica. Considerato il mancato riscontro alla richiesta del 15 agosto al Consolato Onorario, il 25 settembre l’Ambasciata, dopo aver parlato al telefono direttamente con il Diaferio e tentato di contattare i familiari, ha inviato una richiesta alla Questura di Roma affinché si provvedesse a rintracciare la famiglia. Tengo a precisare che le Ambasciate sono tenute ad effettuare accurati controlli, secondo procedure precise e vincolanti, stabilite dalla legge.

Prima della comunicazione del 26 settembre il sig. Sabbia e il Consolato di Playa non segnalano gravi problemi di salute del sig. Diaferio. Se il sig. Sabbia avesse avuto cognizione di problematiche gravi avrebbe avuto il dovere di assistere il connazionale, prima ancora del rimpatrio, ciò che non è avvenuto. Dopo l’avviso del 26 settembre, in cui peraltro si segnala che il Diaferio non è rintracciabile, l’Ambasciata non ha ricevuto altre notizie sul connazionale fino al 30 settembre, giorno della tragica e improvvisa morte per infarto del sig. Diaferio.

Per quanto riguarda invece la revoca del Sabbia da Console Onorario a Playa del Carmen, è opportuno precisare che essa non ha alcuna connessione con la triste vicenda del sig. Diaferio. Il provvedimento si è reso necessario a seguito dell’emergere negli ultimi mesi in capo al Sabbia di una serie di situazioni e comportamenti di varia natura, anche attinenti la gestione amministrativa del Consolato Onorario, che hanno evidenziato la mancanza di quell’elemento di “pieno affidamento” a svolgere le funzioni consolari onorarie di cui parla la legge.

Alessandro Busacca
Ambasciatore d’Italia in Messico

Gentile Ambasciatore,

pubblichiamo volentieri la Sua ricostruzione dei fatti. Se non collima con quella fornita dal Vostro stesso console onorario – almeno tale era, fino al giorno della morte del Diafiero quando è stato da Voi revocato – riteniamo che questo non cancelli il dato di fondo: per due mesi, 60 giorni, la rappresentanza italiana in Messico non è stata in grado di rimpatriare un connazionale in evidente stato di bisogno. Ha fatto in tempo ad arrivare prima la morte dell’interessato sulle cui responsabilità confidiamo si indaghi senza che siano coperte dallo classico scaricabarile tra gli uffici coinvolti.  

Questo caso denota quantomeno un’attenzione schizofrenica da parte degli enti preposti al supporto dei cittadini italiani che è ben rappresentata dalla circostanza per cui il prestito consolare negato al nullatenente Diaferio al costo di soli 350 euro è stato invece concesso senza alcuna esitazione al ministro Prestigiacomo catapultando presso l’aereoporto il console (ora licenziato) perché provvedesse personalmente, senza timbri o autorizzazioni di sorta, ad acquistare 4mila euro di carburante. Un cittadino che non avesse una fede incrollabile nella rappresentanza estera delle nostre istituzioni potrebbe concludere amaramente: il poveraccio resta a terra e muore, il ministro viene prontamente soccorso e vola. 

Cordiali saluti

Thomas Mackinson

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