Da giovedì 16 ottobre a domenica 19  c’è, a Napoli, Artecinema, il Festival internazionale di film sull’arte contemporanea, curato da Laura Trisorio, che giunge alla diciannovesima edizione. Quest’anno saranno proiettati circa trenta documentari sui maggiori artisti, architetti e fotografi dell’ultimo mezzo secolo, articolati nelle sezioni Arte e Dintorni, Architettura, Fotografia. Senza soluzione di continuità, dalle 16.30 a mezzanotte del lungo weekend si susseguiranno sul grande schermo del Teatro Augusteo biografie filmate, interviste, narrazioni montate con materiali d’archivio, in larga parte in prima visione nazionale, e in lingua originale con traduzione simultanea in cuffia. Le visioni saranno intermezzate da incontri e dibattiti con i registi, gli artisti, i produttori. La settima arte che mette in primo piano, o in campo lungo, le emozioni, le suggestioni e le provocazioni dell’arte del tempo corrente. E spesso è l’arte contemporanea stessa a farsi cinema.

Vedremo, tra le altre, opere di Polly Morgan, l’artista inglese votato alla tassidermia (l’imbalsamazione), che fa rivivere topolini e volatili come fossero oggetti d’arte. E i prodotti dell’ingegno di Susumu Shingu, from Japan: a lui piace far respirare la terra con sculture di sola aria e vento. Come evento inaugurale, invece, giovedì alle 20.30 al “San Carlo”, un corto d’animazione francese, “Dripped”: la storia di un “art-addicted” che trascorre tutto il suo tempo nei Musei nutrendosi, alla lettera, di opere d’arte…

In programmi doc d’autore su Georg Baselitz, Tania Bruguera, Daniel Buren, Sophie Calle, Lawrence Carroll, Edmund de Waal, Leonardo Drew, Lucian Freud, Thomas Hirschhorn, Joan Jonas, William Kentridge, Wolfgang Laib, Piero Manzoni, Ornelia Parker, Joana Vasconcelos; sul gruppo di videoartisti “Studio Azzurro”; sulle ceramiche di Pablo Picasso; sulle installazioni realizzate nell’arduo e arido contesto dell’Unione Sovietica dagli artisti Ilya ed Emilia Kabakov; sull’artista camerunense Barthélémy Toguo; sull’opera dell’austriaco Erwin Wurm e sulle sue salaci One Minute Sculptures; sul lavoro di quattro artisti israeliani, ivi compreso Michal Rovner; sul restauro dell’antico Borgo di Postignano in Umbria; sulle trasformazioni del mondo dell’arte contemporanea suscitate dai condizionamenti di collezionisti, mercanti e case d’asta, ben radiografate nel film The Next Big Thing. Largo spazio poi al Giappone delle meraviglie: oltre ai lavori del predetto Susumu Shingu, i fari saranno puntati sull’architetto minimalista Tadao Ando, su Sejima e Nishizawa, vincitori nel 2010 del Pritzker Prize, e sul progetto Home for All del gruppo di architetti guidato da Toyo Ito, vincitore del Leone d’oro alla Biennale di Architettura di Venezia nel 2012, con la sua socialità ai tempi dello tsunami. A parte la serata d’apertura, per cui sarà obbligatorio accreditarsi online sul sito www.teatrosancarlo.it, o direttamente al botteghino del teatro, l’ingresso ad “Artecinema” di Napoli è totalmente gratuito.

Articolo Precedente

Museo d’Orsay, il video “scandalo” sul Marchese De Sade è vietato ai minori

next
Articolo Successivo

Shoah, Roma avrà un museo: sì definitivo alla sede di Villa Torlonia

next