Secondo caso di contagio di Ebola in Texas. È risultato positivo al test preliminare per il virus un secondo operatore sanitario del Texas Health Presbyterian Hospital di Dallas che si era occupato di curare il paziente zero, il liberiano Thomas Eric Duncan, morto mercoledì scorso. Lo riferisce il dipartimento dei Servizi sanitari del Texas. Il primo contagio di Ebola aveva riguardato un’infermiera che si era occupata di Duncan, la 26enne Nina Pham. Anche in questo caso si tratta di una donna, che è stata messa in isolamento. Secondo  il Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie degli Stati Uniti (Cdc), la donna ha preso un aereo prima di iniziare a mostrare i sintomi della malattia. L’infermiera aveva preso l’aereo lunedì, il giorno prima di risultare positiva al virus. A bordo del volo 1143 della Frontier Airlines, in servizio da Cleveland a Dallas-Fort Worth, c’erano 132 passeggeri. La paziente sarà trasferita all’Emory Hospital di Atlanta, lo stesso ospedale dove altri quattro americani sono stati curati e guariti.

Il dipartimento dei Servizi sanitari riferisce che la paziente  ha avuto la febbre ieri ed è stata immediatamente isolata nell’ospedale. I test preliminari per l’Ebola sono stati effettuati martedì tardi in un laboratorio di Austin e i risultati sono arrivati intorno alla mezzanotte ora locale. Adesso, precisa il dipartimento, si dovranno svolgere test ulteriori su un altro campione al Cdc ad Atlanta, in modo da ottenere una conferma definitiva del contagio a livello federale. La donna vive da sola e non ha cani o altri animali domestici in casa. L’Ebola si trasmette tramite il contatto diretto con fluidi corporei della persona malata o esposizione a oggetti contaminati, come per esempio gli aghi. Le persone non sono contagiose finché non si manifestano i sintomi del virus, come la febbre. 

Secondo il sindacato nazionale degli infermieri, gli operatori che a Dallas si sono occupati di Thomas Eric Duncan hanno lavorato per giorni senza le tute protettive appropriate e solo con linee guida vaghe su come evitare il contagio del virus. È quanto ha denunciato il National Nurses United, nel corso di una conference call con i giornalisti. Il sindacato ha dato voce alle preoccupazioni degli infermieri dell’ospedale texano. Intanto è stato cremato il corpo del funzionario sudanese dell’Onu morto a Lipsia è stato cremato. La procedura è stata decisa per motivi di sicurezza, malgrado la vittima sia di fede musulmana, una religione che vieta la cremazione. Le salme della malattia possono essere infatti un veicolo di contagio. Il corpo del paziente è stato disinfettato e posto in una bara speciale prima di procedere con la cremazione. Le autorità si stanno ora consultando con l’Onu e il ministero degli Esteri per capire cosa fare delle ceneri.

Intanto il governo britannico ha deciso di inviare la nave della Royal Navy ‘Argus’ che è di fatto una ‘struttura sanitaria navigante’, con a bordo fino a 100 letti e un equipaggio di circa 400 persone, tra cui 80 medici. A bordo della ‘Argus’, che è stata impiegata per la prima volta nella guerra delle Falkland, ci sono inoltre tre elicotteri Merlin, che verranno impiegati in operazioni di ricognizione e come mezzi di trasporto per persone ed equipaggiamento. Mentre sarà centro operativo per i militari britannici dispiegati in Sierra Leone per l’emergenza, che entro la fine del mese prossimo raggiungeranno le 750 unità, rendendo questa missione umanitaria lo sforzo militare più massiccio da parte della Gran Bretagna dopo il progressivo ritiro delle truppe dall’Afghanistan già avviato.

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