Il Nobel per l’Economia 2014 è stato assegnato a Jean Tirole, che ha studiato in Francia Ingegneria mentre gli studi economici li ha svolti a lungo negli Stati Uniti. Tirole è famoso per il suo manuale The Theory of Industrial Organization, uscito nel 1988 per MIT Press e divenuto subito il miglior manuale di economia industriale. Prima di quel libro, gli studi di economia industriale erano incentrati sull’assunto che la struttura industriale (frutto delle caratteristiche tecnologiche di un certo settore) determinasse i comportamenti delle imprese e quindi i risultati (profitto, innovazione ecc.).

Tirole pone al centro la teoria dell’oligopolio, definisce i mercati con poche grandi imprese dominanti come la forma di mercato più rilevante e diffusa. La concorrenza perfetta e il monopolio sono casi particolari. Negli anni 80 la teoria dei mercati ha conosciuto una vera rivoluzione con l’utilizzo di due nuovi strumenti analitici, la teoria dei giochi e il mechanism-design. Queste innovazioni hanno accresciuto la comprensione del funzionamento dei mercati nei quali poche imprese dominanti esercitano il loro potere, inteso come capacità di fissare prezzi (al di sopra dei costi) e altre variabili cruciali. In mercati di oligopolio, le decisioni delle imprese dominanti hanno un impatto su quelle dei concorrenti, dei fornitori e dei consumatori; la Teoria dei Giochi consente di modellare queste interdipendenze e capire quali strategie possono essere scelte dai vari attori. La struttura industriale non è pertanto un dato determinato da fattori esogeni (la tecnologia) ma un elemento modificato dai comportamenti delle imprese dominanti. Le quali possono ridurre la probabilità di entrata sui mercati, il grado di concorrenza cui sono sottoposte, possono acquisire concorrenti, integrarsi verticalmente (assorbendo fornitori o distributori) e quindi aumentare il loro potere di mercato (profitti). La tecnologia non è esogena ma determinata da scelte consapevoli da parte delle imprese.

Nel 1993, insieme con Jean-Jacques Laffont, altro economista francese ma con lunga esperienza statunitense, Tirole ha scritto un secondo testo fondamentale dedicato all’analisi della regolazione dei mercati. Vi sono molti settori nei quali operano monopoli, ad esempio, perché per fornire un certo servizio ai clienti è necessario utilizzare infrastrutture che sarebbe troppo costoso duplicare, si pensi ai settori elettrico, ferroviario, dell’acqua, alla telefonia fissa, alle autostrade. Tra gli anni 80 e i primi anni Duemila molti di questi sono stati aperti alla concorrenza da scelte politiche o innovazioni tecnologiche. Le liberalizzazioni tuttavia hanno spesso lasciato in vita un semi-monopolio, come nel gas naturale in Italia.

In casi del genere non basta affidarsi sulla concorrenza per disciplinare l’ex-monopolista ma si rende indispensabile una regolazione pubblica che controlli la fissazione delle tariffe (e non far pagare troppo il servizio ai consumatori); per regolare le condizioni di accesso alla rete anche da parte dei non proprietari (i concorrenti dell’ex monopolista); per evitare concorrenza sleale; per vietare la collusione tra le imprese dominanti. Tirole ha analizzato questi problemi evidenziando le difficoltà informative delle authority di regolazione che non possono conoscere, ad esempio, i costi effettivi sostenuti dall’ex-monopolista e che devono quindi disegnare dei meccanismi di incentivazione virtuosi, tali da far seguire alle imprese regolate comportamenti desiderabili socialmente.

Il Fatto Quotidiano, 14 ottobre 2014

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