Terzo trionfo per Evo Morales nelle elezioni presidenziali in Bolivia. Il primo presidente indigeno del Paese sudamericano, ex coltivatore di coca, ha ottenuto il terzo mandato presidenziale guadagnando il 60% dei voti, contro il 25% del più vicino dei quattro sfidanti, il magnate Samuel Doria Medina. Si tratta dei dati dell’exit poll diffusi dall’istituto Ipsos per la televisione Atb, mentre i risultati parziali sono attesi oggi. Doria Medina ha ammesso la sconfitta, promettendo di “continuare a lavorare per rendere il Paese migliore”. Morales invece, nel discorso tenuto dal balcone del palazzo presidenziale a La Paz, ha dedicato la sua vittoria al leader cubano Fidel Castro e all’ex presidente venezuelano Hugo Chavez, morto di cancro il 5 marzo del 2013. “È un trionfo di anti-colonialisti e anti-imperialisti“, ha tuonato Morales. “Continueremo a crescere e continueremo il processo di liberazione economica”, ha aggiunto.

I sostenitori di Morales si sono riversati per le strade per celebrare, ma l’atmosfera festosa è stata in parte smorzata dal fatto che pare che il Movimento per il socialismo di Morales non sia riuscito a mantenere il controllo dei due terzi in Congresso, necessario a portare avanti la riforma costituzionale che consentirebbe di eliminare il limite dei due mandati presidenziali attualmente in vigore (perché Morales potesse candidarsi il Parlamento aveva ottenuto l’autorizzazione di un tribunale). Nelle elezioni del 2009 aveva ottenuto il 64%. Adesso il leader socialista ha vinto in otto dei nove Stati boliviani, compresa l’ex roccaforte dell’opposizione di Santa Cruz, dove secondo l’exit poll Ipsos ha ottenuto il 51%. Presidente dal 2006, Evo Morales si prepara a diventare il leader in carica in Bolivia per più tempo consecutivo superando il maresciallo Andres de Santa Cruz, tra i fondatori della Repubblica, che restò al potere dal 1829 al 1839.

Da quanto è salito al potere, nel 2006, il boom dei prezzi delle materie prime ha aumentato di nove volte i proventi delle esportazioni nazionali e la Bolivia ha accumulato 15,5 miliardi di dollari di riserve internazionali. La crescita economica è arrivata in media al 5% annuo, al di sopra del resto della regione. Morales, 55 anni, ha utilizzato questi proventi per creare sussidi per i bambini in età scolare e pensionati. Mezzo milione di persone è uscito dalla povertà. Tra i progetti statali portati avanti, un satellite per le comunicazioni per portare internet anche nelle scuole delle zone rurali, un impianto di fertilizzanti e un nuovo sistema di funivia a La Paz. La sua ultima promessa è di illuminare La Paz con l’energia nucleare. Morales non ha mai detto se vuole candidarsi per un quarto mandato presidenziale, ma si è limitato ad affermare che intende “rispettare la Costituzione”. L’anno scorso una Corte ha stabilito che poteva candidarsi per un terzo mandato presidenziale, bypassando il limite dei due mandati previsto dalla Carta, perché la Costituzione era stata riscritta nel corso del suo primo mandato.

I critici contestano a Morales di avere speso decine di milioni di fondi del governo per la sua campagna, ottenendo un vantaggio iniquo. E i promotori della libertà di stampa gli contestano di avere gradualmente messo a tacere i media critici nei suoi confronti lasciando che i governi alleati li comprassero. Morales non ha partecipato all’unico dibattito che si è tenuto in campagna elettorale per le presidenziali e la tv di Stato non l’ha mandato in onda. Lo staff che si occupa di curare la sua immagine ha creato intorno a lui un culto della personalità. Stadi, mercati, scuole, imprese statali e anche un villaggio portano il nome di Morales. E nel centro della capitale La Paz è già in corso la costruzione di un secondo palazzo presidenziale, una struttura di 20 piani con un eliporto. Morales si è inoltre alienato gli ambientalisti e molti ex alleati degli indios promuovendo attività minerarie e una autostrada che dovrebbe passare nella giungla attraverso una riserva degli indios. Nonostante i progressi economici, la Bolivia resta il Paese più povero del Sud America. Secondo i dati della Banca mondiale, circa una persona su quattro in Bolivia vive con due dollari al giorno.

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