A seguito del clamore mondiale suscitato da un video virale prodotto dall’organizzazione ambientalista, il colosso dei giocattoli è stato costretto a interrompere la patnership con la multinazionale degli idrocarburi, responsabile delle trivellazioni nell’Artico, che durava da mezzo secolo. Così, grazie alla campagna “Shell sta inquinando l’immaginazione dei nostri bambini”, Lego non venderà più i suoi famosi mattoncini con il suo logo su macchine e pompe di benzina, ma a denti stretti. “Il nostro marchio non sarebbe mai dovuto entrare a far parte della disputa di Greenpeace con l’azienda di estrazione e raffinazione”, si legge in un comunicato stampa di Lego

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