Lo scenario politico sta cambiando in un senso che a molti pareva fino a poco tempo fa abbastanza improbabile. A sinistra sta modificandosi radicalmente l’offerta politica: Renzi e Alfano stanno stringendo un patto che andrà ben al di là di questo governo; la frattura nel Pd tende ad essere difficilmente sanabile soprattutto se Landini dovesse trasformare la sua azione da sindacalista di rottura in una azione politica alternativa a Renzi. Nascerà dunque a sinistra un soggetto politico da 5/6% alternativo a Renzi e di stampo massimalista.

L’accordo con Alfano è invece prodromico alla costruzione di una Dc sotto nuove forme. È l’evoluzione più raffinata e più “democristiana” dell’idea “democratica” di Veltroni, che aveva inventato l’asse con la Margherita. Nascerà dunque un raggruppamento “democratico”, che riempirà lo spazio occupato dal centrosinistra della prima repubblica. Per coloro che si considerano alternativi sia ad una sinistra massimalista e conservatrice, sia al consociativismo neodemocristiano c’è la necessità di costruire una alternativa possibile.

In questo contesto iniziative personali e tendenzialmente elitarie appaiono del tutto ininfluenti e inadeguate, così come movimenti di protesta radicale destinati in prospettiva ad esaurire la propria forza propulsiva. Ci vuole invece un grande ( e mi perdonino i puristi della politica) “Fronte Popolare per la Libertà”, capace di sfondare anche al centro, ma che parli chiaro, in modo semplice e diretto, che sappia rappresentare le preoccupazioni del padrone della fabbrica, come dell’operaio che fatica ad arrivare a fine mese, del dirigente o del professionista media borghesia sempre più massacrata dal fisco, come dell’agricoltore penalizzato dalla svendita della nostra politica agricola agli interessi nordeuropei, del ricercatore che non ha più risorse per mettere a frutto il suo genio e dell’insegnante che da tempo non vede valorizzato il suo lavoro, dell’artigiano che è stanco di balzelli e tasse e del commerciante che rischia di chiudere per la insipienza dei vari governi centrali e comunali, del poliziotto che non capisce più se legge e ordine siano ancora valori e dell’impiegato che non riesce a pagare le tasse sulla casa ereditata dai genitori, della casalinga che ha paura di una immigrazione incontrollata e talvolta aggressiva e del pensionato che teme di veder sempre più peggiorare il suo tenore di vita.

Un grande fronte che rifiuti gli esclusivi, utopici e velleitari ragionamenti dei liberali da salotto, ma che abbia la libertà come stella polare e la serietà e credibilità delle singole proposte come metodo di azione politica. Questa è la vera, unica alternativa al neo centrosinistra alfarenziano.

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