Standard&Poor’s ha tagliato il rating della Finlandia ad ‘AA+’ da ‘AAA’ con prospettive stabili, facendo perdere a Helsinki la tripla A. Lo comunica l’agenzia, citando il peggioramento delle prospettive di crescita che “complicherà ulteriormente gli sforzi per consolidare il bilancio e ridurre il debito“. Doccia fredda, dunque, per il Paese che fino a giugno è stato governato dal “falco” Jyrki Katainen, oggi Commissario europeo per gli affari economici e monetari e vice presidente designato della prossima Commissione guidata da Jean Claude Juncker. Sempre pronto a bacchettare gli Stati poco virtuosi e inclini a chiedere deroghe o flessibilità sui conti pubblici. 

Sempre venerdì S&P ha confermato i rating di lungo e breve termine della Francia, rispettivamente a ‘AA’ e ‘A-1+’, tagliando però l’outlook da stabile a negativo dopo che il Paese ha ufficializzato che anche quest’anno non rispetterà il tetto del 3% al rapporto deficit/Pil e raggiungerà il pareggio di bilancio solo nel 2019

Con il taglio del rating a Helsinki si restringe ulteriormente il “club della tripla A”, formato dai Paesi considerati super solvibili. A fine 2011 erano 13 mentre ora si sono ridotti a nove, di cui solo due nell’Eurozona. Tre anni fa in Eurolandia erano ben sei: Francia, Finlandia, Austria e Olanda oltre agli attuali “superstiti” Germania e Lussemburgo. Vantano il punteggio massimo anche Norvegia, Svizzera, Svezia, Singapore, Canada e Australia.

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