E’ stata una giornata di caos e tensione nella zona universitaria di Bologna. Iniziata con lo sgombero delle sale occupate dal collettivo Hobo, è proseguita con un sit-in nella sede del rettorato dell’ateneo e con tafferugli tra studenti e polizia, per finire poi in serata con un corteo che ha mandato in tilt il traffico intorno alle Due torri.

Ad accendere la miccia lo sgombero della sala studio in via Filippo Re, occupata da Hobo il 12 settembre. I poliziotti si sono presentati all’alba, trovando sul posto un gruppo di antagonisti. Al loro tentativo di rioccupare, la polizia ha risposto con i manganelli. Dopo 10 minuti di scontri, i militanti del collettivo hanno preso panche e rovesciato cassonetti. Li hanno sistemati al centro di via Irnerio, una delle vie del centro della città, nel tentativo di paralizzare il traffico.

Si sono poi trasferiti poco più in là, in via Zamboni, dove hanno allestito un presidio davanti al rettorato, con tanto di casse, scrivanie e striscioni appesi. Ma nel pomeriggio sono stati sorpresi da un altro sgombero. Alcuni agenti della Digos, insieme a poliziotti in tenuta antisommossa, hanno infatti barricato l’ingresso principale del rettorato, cercando di allontanare i ragazzi, una trentina in tutto. Al tentativo di resistenza, si è scatenato un parapiglia. Sono volati calci, pugni e qualche manganellata, ed è stato fermato uno studente.

Scena simile dopo qualche minuto, quando dal fronte degli studenti è volato un sacco della spazzatura contro gli agenti, che a loro volta hanno fatto partire una carica. Chiuse le porte del rettorato, gli studenti si sono uniti in corteo, sfilando per le vie del centro e paralizzando il traffico. In strada circa 150 attivisti di Hobo e dei centri sociali: hanno manifestato al grido di “Loris libero”, il nome del giovane fermato.

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