“Nemmeno nei miei sogni più impossibili avrei mai immaginato che un giorno mi sarei guardata allo specchio e avrei rivisto la mia vecchia me”. La voce è quella di Dana, una splendida ragazza di ventotto anni che ha pagato caro il fatto di essere bella: è stata bruciata viva solo perché il marito di una donna, Natalie Dimitrovska, aveva parlato con lei durante una festa. La sera del 16 febbraio 2012 Natalie, in preda ad un raptus di gelosia, versò dell’alcol sulla ragazza e le diede fuoco. Da quel momento iniziò un lungo calvario che per due anni e mezzo costrinsero la vittima a vivere con delle bende e una tuta integrale che nascondeva completamente tutto il corpo.

Sarebbe stato più facile morire, ma non ho mai scelto la via più scontata” dichiara Dana alla trasmissione “Sunday Night” del canale australiano Channel7. Una donna coraggio che ha scelto di condividere la sua “rinascita” nella trasmissione tv, dove per la prima volta dopo 30 mesi da quelle ustioni che le hanno martoriato due terzi del suo corpo, ha deciso di far vedere il suo nuovo volto ricostruito con numerosi interventi di chirurgia estetica. Una rinascita complicata quella di Dana: ad ottobre dell’anno scorso dopo una visita di controllo le è stato diagnosticato un cancro al collo dell’utero. Mesi di terapia e ad oggi ha voluto gridare al mondo che anche da quell’inferno è riuscita a scappare. Vestita con un abito lungo da sera, più femminile che mai ha calcato la passerella nello show domenicale per dare un messaggio di speranza e di fiducia alle donne: “Spero che vedano in me la forza, il potere, la fiducia, il rispetto di sé, il coraggio, la determinazione. E spero che vedono le cicatrici, perché sono una parte di me. Poi, spero, che vedano la nuova Dana”.

Per mesi tutto è stato impossibile e oggi bere il caffè da una tazza con la sorella Svetlana, al posto di sorseggiarlo da una cannuccia, sembra quasi un miracolo. Ha ringraziato pubblicamente la sorella e la madre, Dana, con un velo di commozione perché grazie al loro sostegno è riuscita a riprendere in mano la sua vita. Non ha dimenticato anche le numerose persone che attraverso i social network le davano giornalmente la carica incitandola a non mollare. Quasi 48000 i followers nella pagina facebook a lei dedicata, chiamata “We heart Dana Vulin” . Dopo la vile aggressione la bella ragazza australiana ha dovuto giornalmente dedicarsi ha sedute di fisioterapia spesso molto dolorose. “Oggi mi interessa solo vivere. Per anni sono stata dietro ad una maschera, ed essere senza volto vuol dire essere il nulla”.

Lo scorso marzo è stata testimonial di una campagna contro il bullismo. Grazie all’Hashtag #YOUCANTBREAKME e raccontando la sua storia ha voluto dare un messaggio forte:” Non c’è nulla che deve indurvi al suicidio. Resistete. Vivete”. Un video toccante che è stata realizzato con la collaborazione dei ragazzi del Model Camp Australiano.

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