Gli italiani non resteranno al freddo e al buio questo inverno, ma si ritroveranno con le tasche più vuote. Le bollette di luce e gas saranno più salate, vuoi per la crisi russo-ucraina, vuoi per gli oneri legati alle nuove norme del decreto Sblocca Italia per aumentare l’indipendenza energetica. Nel frattempo, in sordina, già da un mesetto i flussi di gas dalla Russia all’Italia sono inferiori alle richieste, come denunciano anche Polonia, Germania, Austria e Slovacchia. Il 22 settembre, secondo i dati di Snam Rete Gas, sono arrivati al nodo di Tarvisio, punto di ingresso in Italia del metano russo, 51,4 milioni di metri cubi, 1,7 milioni in meno rispetto alle previsioni. E nei giorni precedenti l’ammanco ha sfiorato i 12 milioni. Non sono grandi numeri ed è difficile stabilire un nesso causale con la crisi dell’Ucraina, ma è comunque un fenomeno da tenere sotto controllo. Il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi cerca di rassicurare: “C’è un piano di emergenza già collaudato per far fronte a emergenze determinate da possibili interruzioni di gas dalla Russia”. E se Mosca dovesse chiudesse totalmente i rubinetti, l’Italia sarebbe in grado di fronteggiare la situazione “fino anche a tre mesi”. Gli stoccaggi italiani sono infatti “al 94%” ed entro la fine del mese “saranno al massimo con 11,4 miliardi di metri cubi di stoccaggio”.

Tuttavia, ha aggiunto il ministro, “non ci possiamo nascondere che eventuali interruzioni potrebbero avere inevitabili conseguenze sui prezzi” della materia prima, con tutte le relative conseguenze sulle bollette. I motivi dei potenziali aumenti li ha spiegati bene il viceministro allo Sviluppo economico, Claudio De Vincenti, in un’intervista rilasciata a Quotidiano Energia: “Nel caso di una prolungata interruzione dei flussi di gas russo il sistema italiano, per evitare tagli alla domanda, dovrebbe ricorrere a un forte aumento delle importazioni dall’Algeria, a un maggiore apporto dal Nord Europa e a importazioni addizionali di gas naturale liquefatto, che però sarebbero possibili solo scontando un aumento di prezzo del gas sul mercato italiano a livelli prossimi a quelli del Gnl sui mercati asiatici”. In verità, già a luglio i prezzi del gas sono saliti del 35% proprio per la minaccia di una riduzione delle forniture. E anche quelli delle bollette dal primo ottobre mostrano il segno più.

Il consueto aggiornamento trimestrale dell’Autorità per l’energia e il gas segnala infatti un +5,4% per il gas e un +1,7% per l’energia elettrica, con una maggiore spesa a famiglia di rispettivamente di 19 e 2 euro. Aumenti che, dice il regolatore, sono dovuti in buona parte alle tensioni tra Russia e Ucraina. Tra gli imputati c’è però anche l’articolo 37 del decreto Sblocca Italia, che punta a velocizzare la realizzazione di nuove infrastrutture per il gas e per raggiungere l’obiettivo prevede incentivi agli investimenti. Pur condividendo la necessità di una maggiore indipendenza energetica, l’Autorità per l’energia sottolinea che un investimento aggiuntivo sugli stoccaggi pesa sui clienti finali del gas per il “15% annuo di tale importo”. Il regolatore consiglia quindi due misure aggiuntive: limitare gli incentivi “esclusivamente alle nuove iniziative” e attuare “meccanismi di verifica ex post delle performance, al fine di responsabilizzare gli operatori su basi contrattuali e di corrispettivo”. E anche Bankitalia invita a esaminare “l’effettiva sostenibilità economica di alcuni degli interventi previsti nel provvedimento”. Infine, l’Antitrust sottolinea che il decreto non fa nulla per “evitare una eccessiva socializzazione dei costi delle opere di infrastrutturazione ritenute prioritarie, ciò al fine di non far pesare tali costi su una bolletta energetica dei consumatori finali e già gravata da eccessivi oneri generali”. Al momento l’Italia importa dalla Russia il 49% del suo fabbisogno di gas, con punte giornaliere che arrivano a toccare il 65%, e il 26,1% di quello petrolifero, come ha ricordato il ministro Guidi.

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