La norma è la norma, era un atto dovuto, non l’ho fatto in modo personale, ero obbligato, ma, ragazzi, lasciamo stare”. Così Clemente Mastella, ospite de “La Zanzara”, su Radio 24, risponde sulla vicenda che coinvolge il leader de La Destra Francesco Storace, il quale il prossimo 21 ottobre verrà processato per vilipendio al capo dello Stato dal Tribunale di Roma, rischiando da uno a cinque anni di reclusione. I fatti risalgono all’autunno del 2007, quando Storace, all’epoca parlamentare di Alleanza Nazionale, definì “indegno” Giorgio Napolitano. L’ex presidente della Regione Lazio ha sempre ribadito che il processo non fu attivato dal capo dello Stato, col quale ebbe un chiarimento pubblico, ma da Clemente Mastella, all’epoca ministro della Giustizia del governo Prodi. Proprio ieri il Senato ha avviato l’iter dei disegni di legge di Gasparri e del M5S per l’abrogazione del vilipendio nei confronti del presidente della Repubblica ma, come scrive Storace su Il Giornale D’Italia, “spicca il no alla calendarizzazione della legge da parte del Pd, nella persona del senatore Lumia, mentre tutti gli altri si sono detti favorevoli”. Dal canto suo, a “La Zanzara” Mastella ribadisce che era “un atto dovuto”, ma alle domande insistenti di Cruciani su chi l’avrebbe obbligato ad autorizzare a procedere contro Storace, risponde ripetutamente: “Lasciamo stare“. E aggiunge: “A Storace non devo chiedere scusa. Non ho nulla di cui scusarmi. Ma non lo rifarei e il reato deve essere eliminato“. Il politico poi si pronuncia sul caso De Magistris, adottando una metafora: “Non sono contento della sua condanna. Perché? Uno sta davanti a casa sua e sta in grazia di Dio con gli amici. A un certo punto, arriva un matto che non conosci, non gli hai rotto le palle, non gli hai fatto niente. Ti investe e tu perdi la gamba. Poi dopo 10 anni” – continua – “scopri che quello che ti aveva messo sotto e ti aveva fatto perdere la gamba ha perso il braccio. Uno ti chiede: ‘Sei contento’? Cacchio, io non tengo più la gamba, che me ne fotte a me di quello. Se quello che ha detto De Magistris sui magistrati l’avesse detto Berlusconi, a cui non devo nessun favore perché mi ha pure fottuto alle ultime politiche, ci sarebbe stata l’interruzione” di Gisella Ruccia

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