“Il Sistema Sanitario Nazionale ha bisogno di scelte nuove. Io ho scelto quei nomi”. Il ministro Beatrice Lorenzin non fa un passo indietro e anzi rivendica le sue scelte. All’indomani della notizia dei direttori generali “scelti per concorso” documentata ieri da ilfattoquotidiano.it, fornisce la sua versione della vicenda e tenta di spiegare come sia stato possibile prevedere l’esito di una procedura concorsuale non una ma due volte, tanto da poter depositare i nomi dei professionisti (Botti e Guerra) 60 giorni prima che la procedura selettiva si chiudesse. Il ministro avanza delle ipotesi: “Forse avete letto tutti i giornali visto che il toto-nomi c’era su tutti i giornali per tutta l’estate” dopo aver rivendicato per se stessa i meriti per tagli e per “aver applicato le norme dell’anticorruzione in trasparenza”. E prosegue: “Abbiamo predisposto la rotazione dei direttori e si sono liberati due posti, uno che era già un comma 6) sulla programmazione, per il quale abbiamo fatto un interpello previsto dalla norma per sentire prima se c’erano persone interessate all’interno del Ministero, poi comunque è sempre il Ministro che ha la facoltà di scegliere i criteri che vuole portare”. E qui, in effetti, sta il punto delicato della vicenda: sono i requisiti a determinare il candidato migliore o viceversa? “I requisiti sono stati richiesti dal Ministro che voleva determinati profili – replica la Lorenzin, parlando di sé in terza persona – secondo me, perché questa è la mia funzione: al primo interpello ha risposto una sola persona che aveva i requisiti, al secondo interpello hanno risposte più persone e poi abbiamo fatto una scelta tra quelli che secondo noi avevano il profilo migliore. Io ho letto delle cose un po’ spiacevoli sui giornali, qui non ci sono concorsi, è un interpello, niente è pilotato, c’è la scelta da parte di un ministero di fare un cambiamento, con grande trasparenza. Il sistema Sanitario Nazionale ha bisogno di scelte nuove” conclude il Ministro del Nuovo Centrodestra, che alla domanda se teme ricorsi da parte dei candidati esclusi fa spallucce: “Quelli ci sono sempre, quando si fa un’operazione di cambiamento, come le lamentele ed un po’ di veleni. Avessi paura dei veleni stavamo ancora un po’ indietro”. Intanto però sulla vicenda è stata depositata un’interrogazione parlamentare e per il ministro si torna a parlare di sfiducia: nella riunione dei capigruppo in Senato, Lega e Sel si sono aggiunti alla richiesta di calendarizzare una mozione che giace da quattro mesi  di Manolo Lanaro

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