Luigi Vicinanza sarà il nuovo direttore dell’Espresso e succede a Bruno Manfellotto, che ha diretto la testata nel corso degli ultimi quattro anni. Lo annuncia una nota del Gruppo L’Espresso, che conferma le indiscrezioni circolate martedì. Manfellotto, spiega la nota, dopo aver portato a termine una fase anche di ristrutturazione del settimanale, “ha ritenuto esaurito il suo mandato”.

Vicinanza, originario di Castellammare di Stabia (Napoli), da quasi 25 anni nell’editrice, prima a Repubblica, poi direttore della Città di Salerno, del Centro di Pescara e infine direttore editoriale di tutti i giornali locali, “dovrà adesso dar seguito al positivo lavoro svolto da Manfellotto, cercando nuove linee di intervento che consentano di mantenere tradizione e prestigio della testata in un contesto molto difficile”. L’editore “ringrazia Manfellotto per quanto fatto – conclude la nota – e porge a Vicinanza i migliori auguri di buon lavoro”.

Il “cambio repentino” alla direzione non ha mancato di sollevare scompiglio in redazione. L’assemblea dei giornalisti dell’Espresso ha in particolare sottolineato che con la decisione l’editrice di Carlo De Benedetti sia tornata a parlare di tagli. “Questa mattina il presidente del Gruppo Espresso Carlo De Benedetti e l’amministratore delegato Monica Mondardini ci hanno convocato improvvisamente per annunciare il cambio repentino del direttore del nostro settimanale: Bruno Manfellotto verrà sostituito da Luigi Vicinanza”, hanno commentato i redattori.

“I vertici dell’azienda e i direttori (uscente ed entrante) durante l’incontro hanno parlato delle difficoltà del conto economico del giornale e della necessità di ‘andare avanti a costi più ridotti possibile‘. Poi, salutando Bruno Manfellotto, il gruppo ha sottolineato l’impegno del direttore uscente nella ‘ristrutturazione’ del giornale e ha chiesto a Luigi Vicinanza di ‘individuare nuove linee di intervento’, proseguendo il ‘buon lavoro’ ereditato da Manfellotto”, si legge in un comunicato sindacale.

“Dunque se da un lato ci viene chiesta disponibilità all’innovazione e al cambiamento, dall’altro l’azienda propone la solita minestra: tagli, tagli, e ancora tagli. L’Espresso è appena uscito da uno stato di crisi che ha portato al prepensionamento di 12 colleghi. Una ristrutturazione presentata come premessa al rilancio del settimanale, che invece non ha mai visto la luce”, ha proseguito l’assemblea. 

“Manfellotto, addirittura, ha evidenziato che lo stato di crisi ha immobilizzato per due anni l’Espresso costringendolo ‘all’ordinaria amministrazione‘, quando invece il panorama editoriale avrebbe imposto sforzi e strategie straordinari“, continua la nota sindacale. “Ancora oggi l’azienda – paventando ulteriori sacrifici su una redazione che ha già pagato l’assenza di scelte editoriali convincenti – non ha presentato nessun piano di rilancio. Nessuna visione del futuro del giornale. Né ipotesi di investimento sul più autorevole newsmagazine del Paese. Nessuna idea su come affrontare la burrasca che sta travolgendo il mondo dell’informazione”.

“Ci auguriamo, dunque, che non siano, ancora una volta, solo i giornalisti a pagare gli effetti della crisi. In questo scenario a dir poco confuso sul futuro del settimanale, ci confortano le parole del presidente De Benedetti, che ha invece ricordato il ‘ruolo fondamentale de l’Espresso nella storia del giornalismo italiano’. Aggiungendo che ‘in un momento così incerto per il Paese, questa storia si deve rinnovare mantenendosi forte e viva’. Esattamente quello che noi chiediamo da anni all’azienda e ai direttori. Con questo spirito salutiamo Bruno Manfellotto e facciamo gli auguri a Luigi Vicinanza”, conclude la nota.

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