Non disputò la stagione 2012 della Nfl perché impegnato in un pellegrinaggio a La Mecca. Durante il monday night della quarta settimana della regular season, ha segnato il secondo touchdown della sua carriera nella Nfl. Si è inginocchiato con il capo a terra, senza levarsi il casco protettivo, e ha pregato.

Husain Abdullah è musulmano, gioca nel reparto difensivo dei Kansas City Chiefs, e durante il match, vinto poi dai Chiefs contro i N.E. Patriots per 41-14, ha intercettato un passaggio del quarterback Tom Brady all’altezza delle 39 yard, ha portato il pallone in meta, e ha festeggiato il touchdown inginocchiandosi sul campo per pregare. Fazzoletto giallo a segnalare l’irregolarità e una penalizzazione di 15 yards per Kansas City nell’azione successiva per condotta antisportiva.

Ora la National Football League si ritrova al centro di un caso religioso senza precedenti che ha scatenato polemiche fra gli fra gli appassionati della Nfl. “Si è trattato di una decisione sbagliata: Abdullah non avrebbe dovuto essere penalizzato” ha twittato il vicepresidente della comunicazione della lega, Michael Signora. Questo nonostante la Nfl abbia regole rigide in materia di esultanze, dopo una marcatura è infatti proibito festeggiare sdraiandosi o appoggiandosi al terreno di gioco. Ma per Signora fanno eccezione i gesti religiosi “Abdullah non doveva essere punito perché tra le disposizioni date agli arbitri c’è di non punire il giocatore che va a terra per motivi religiosi”, ha precisato. Intanto sui social network la discussione continua.

 

Husain Abdullah ha ribadito che se segnerà altri touchdown li celebrerà allo stesso modo: “Mi metterò a terra per rivolgermi ad Allah nella ‘end zone‘”. Come a dire: gioca, prega, ama.

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