Come previsto dalle legge Severino e come annunciato dal ministro Angelino Alfano il prefetto di Napoli ha sospeso Luigi de Magistris dopo la condanna a un anno e tre mesi nel processo Why Not per Luigi de Magistris. La misura sarà notificata al Presidente del Consiglio Comunale giovedì mattina. Una procedura lampo visto che il dispositivo della sentenza del Tribunale di Roma era stata trasmessa mercoledì pomeriggio. La sospensione prevista dalla norma è di 18 mesi, ma nessuno  commento è arrivato da parte dell’ex magistrato, dopo una giornata di dichiarazioni durissime, perché il provvedimento, che era atteso, sarà impugnato davanti al Tar. 

Il primo cittadino è stato in riunione con gli assessori della giunta comunale, in una “pre-Giunta” in vista della riunione ufficiale convocata alcuni giorni fa per giovedì pomeriggio, perché de Magistris continuerà a lavorare fino a quando non gli sarà notificato il provvedimento di sospensione. Gli assessori hanno espresso “piena fiducia nel sindaco” sottolineando “l’importanza della massima compattezza per proseguire, nel solco della continuità, l’attività di governo, con l’assoluta convinzione che il periodo della sospensione sarà breve“.

Il ministro dell’Interno: “Il prefetto oggi stesso procederà”. “Il prefetto oggi stesso procederà agli adempimenti previsti dalla legge” aveva detto il ministro dell’Interno rispondendo a un’interrogazione parlamentare, a pochi minuti dalla notizia dell’arrivo sul tavolo del prefetto di Napoli Francesco Musolino. In due casi di sospensione, per l’applicazione della norma, la procedura di sospensione non era stata così celere: tra il verdetto di condanna del sindaco di Fasano, Lello Di Bari, per abuso d’ufficio e falso, e la procedura di sospensione è passato più di un mese (13 febbraio 2014 la sentenza, 24 marzo la sospensione). Nel caso del presidente della Provincia di Latina, Armando Cusani, la sospensione è arrivata il 31 ottobre 2013 dopo una condanna per abuso d’ufficio emessa nel luglio del 2012 (la legge Severino porta la data del 31 dicembre 2012).  

Il responsabile del Viminale aveva anche spiegato che “non sussistono le condizioni per il rinvio delle elezioni a Napoli” per la città metropolitana in calendario per il 12 ottobre, e che le disposizioni della legge Severino “appaiono chiare. Del resto hanno trovato recenti applicazioni in due casi analoghi: chi ha riportato una condanna non definitiva per una serie tassativa di reati tra i quali l’abuso d’ufficio sono sospesi di diritto dalle cariche elettive. Come ha chiarito la Corte Costituzionale la misura si applica anche nell’ipotesi di eventuale sospensione condizionale della pena, che ricorre nel caso di specie”. 

Luigi de Magistris: “La sentenza? Salutatemela”. Il sindaco di Napoli, alla notizia della trasmissione degli atti, aveva prima risposto “no comment” e poi, riferendosi alla sentenza, “salutamela“. Il reggente dovrebbe essere il vice sindaco Tommaso Sodano. Alla domanda su chi sarebbe stato il reggente l’ex pm aveva risposto con durezza: “La carica di vicesindaco? Non comunicherò in modo preventivo le mosse che farò perché l’attacco istituzionale è così virulento che dobbiamo fare resistenza. Contro l’artiglieria pesante – aveva proseguito – noi opponiamo solo le mani pulite di chi è libero, quindi non consegniamo ai nostri avversari le nostre mosse. Non so quello che faranno gli altri, so quello che farò io, non mi dimetto, farò il sindaco di Napoli fino al 2016 e starò di più per strada a fare il sindaco dei cittadini. Alfano dice in Parlamento quello che ritiene. Sento tanti annunci in queste ore ma quando arriverà il provvedimento formale commenterò il provvedimento formale e farò i miei passi successivi”.  

 

Il Pd: “de Magistris sia responsabile” “Napoli non merita scontro istituzionale”. “I destini personali di de Magistris non ci interessano, né siamo appassionati ai suoi rapporti a fasi alterne con la giustizia. Ma Napoli e i suoi cittadini sono invece in cima alle nostre preoccupazioni. La città non merita di essere trascinata in uno scontro istituzionale senza precedenti e fuori da ogni logica –  dice l’europarlamentare Pina Picierno (Pd) – Napoli ha già perso troppo tempo prezioso per poter permettersi il lusso di rinviare il voto. Bisogna andare alle urne approfittando della prima data utile. Ci auguriamo tutti che de Magistris ritrovi il senso delle istituzioni che ha totalmente smarrito e che faccia un passo indietro per il bene dei napoletani. I cittadini – conclude Picierno – meritano di avere una nuova classe dirigente che riporti Napoli finalmente tra le grandi metropoli europee”.

Anche Venanzio Carpentieri, segretario provinciale del Pd Napoli, chiede un passo indietro: “L’ormai scontata ed imminente sospensione del sindaco de Magistris pone la città di Napoli di fronte ad una prospettiva di profonda incertezza e di grave instabilità politica, per le quali manifestiamo profonda preoccupazione. Riteniamo indispensabile scongiurare una simile eventualità e consentire alla città di tornare al voto per dotarsi di una guida salda e sorretta dal consenso popolare – aggiunge – e siamo dell’idea che, allo stato, questa rappresenti l’unica via d’uscita per Napoli, la sola che tuteli l’interesse della comunità partenopea. Auspichiamo, prima della formale sospensione, che anche il sindaco de Magistris, con senso di responsabilità, possa avvertire la necessità di dare a Napoli e a tutta l’area metropolitana un governo pienamente legittimato dai cittadini”.

“Se vuole davvero il bene di questa città, de Magistris dovrebbe evitare a Napoli di vivere senza un sindaco nel pieno delle sue funzioni e si dimetta perché la situazione è inaccettabile per i cittadini” dichiara il segretario regionale del Pd Campania Assunta Tartaglione. “Le sentenze – aggiunge – vanno rispettate sempre, quando si condividono e quando non si condividono. Napoli non merita soluzioni pasticciate perché i cittadini vivono una condizione di grande disagio con tanti problemi irrisolti in questi anni di amministrazione. “Ora che è finito l’equivoco de Magistris –  scrive Guglielmo Vaccaro, deputato Pd, su Twitter – de Magistris, fine di un equivoco creato dal Pd con il disastro delle primarie del 2010. Ora primarie per sindaco e presidente regione il 30 novembre. chiederò formalmente al Partito democratico nell’assemblea della settimana prossima di deliberare le primarie per il 30 novembre per sindaco e presidente della Regione”. 

Sospensione prevista dalla legge Severino per 18 mesi. Gli articoli sull’incandidabilità sono chiari. L’incertezza stava nel fatto che la legge ha ancora pochi precedenti di applicazione e i pareri interpretativi divergevano, anche perché la pena per l’ex magistrato è stata sospesa con non menzione nel casellario giudiziale. Il primo comma dell’articolo 11 parla comunque di sospensione di diritto per coloro che sono condannati per una serie di reati tra cui l’abuso d’ufficio. Il presidente del Senato Piero Grasso aveva confermato l’ipotesi  della sospensione e il presidente della Giunta delle Elezioni e immunità Dario Stefàno aveva citato due precedenti: “il decreto del prefetto di Brindisi del marzo 2014, con cui è stato sospeso il sindaco di Fasano, ma anche quello del prefetto di Latina del 31 ottobre 2013, che aveva sospeso il Presidente della Provincia di Latina”.

Durante il processo svelò che Napolitano era stato indagato durante Tangentopoli. Durante il processo l’ex magistrato per spiegare il motivo per cui aveva secretato il nome di uno degli indagati nell’indagine Why Not rivelò che c’era stato un precedente che riguarda l’iscrizione nel registro degli indagati dell’attuale presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: “… il mio magistrato affidatario, il dottore Cantelmo oggi procuratore della Repubblica e un altro magistrato oggi componente d’esame, Quatrano, mi dissero che anche loro durante l’inchiesta di Tangentopoli procedettero a secretare un’iscrizione, in particolare quella dell’allora presidente della Camera, Giorgio Napolitano e secretarono per evitare che ci potesse stare una fuga di notizie”.

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