Nella prossima giunta della Regione Emilia Romagna potrebbe esserci un assessore con delega all’Economia solidale. È quanto prevede la nuova legge “per la promozione e il sostegno dell’economia solidale” approvata lo scorso 22 luglio dall’assemblea legislativa, la prima in Italia che sancisce il riconoscimento di questa nuova forma di economia che rispetto a quella di massa, mette al centro valori come l’etica, il tempo e la sostenibilità.

“Con questa legge l’istituzione riconosce l’economia solidale come modello alternativo a quello tradizionale, un modello che si basa sulle relazioni tra le persone e che mette al centro i beni comuni” spiega Mauro Serventi del Creser, il Coordinamento regionale per l’economia solidale che da anni lavora su questa proposta di legge con i gruppi in Regione. Norme simili a quella approvata a luglio ci sono già in Puglia o in Trentino Alto Adige, ma sono perlopiù pensate per andare incontro alle caratteristiche specifiche dell’economia locale di quei territori. In Emilia Romagna invece, la legge dà un riconoscimento in generale a tutti gli strumenti e i circuiti di cui si alimenta l’economia solidale, e a tutti i suoi attori, tra cui figurano organizzazioni, piccoli produttori, consumatori consapevoli, aziende sostenibili.

Nel testo si dà per esempio definizione delle Reti di Economia Solidale (Res), dei Distretti di Economia Solidale (Des), dei Gruppi di Acquisto Solidale (Gas), si citano le banche del tempo e la finanza etica, i prodotti a filiera corta e i “beni comuni”. La norma prevede la promozione, la valorizzazione e il sostegno di queste forme e il riconoscimento di “altre aggregazioni di cittadini e di operatori economici nate per promuovere la cultura e le prassi volte all’attuazione e alla diffusione dell’economia solidale”. La legge regionale è stata votata dalla maggioranza di centrosinistra, dal Movimento 5 Stelle dal gruppo misto, che avevano cominciato oltre due anni fa il percorso insieme ai rappresentanti del Creser, che non hanno mai chiesto alcuna forma di finanziamento, ma solo un riconoscimento ufficiale per una forma di economia che oggi vede più di cento associazioni attive nel territorio.

Così è iniziato il lavoro partecipato con i gruppi consiliari regionali, per dare una forma normativa a un modello di economia territoriale dove coniugare valori come le relazioni interpersonali, il benessere e la salvaguardia dell’ambiente. “Il lavoro è stato lungo, abbiamo fatto oltre venti incontri – continua Serventi – ma alla fine siamo riusciti ad ottenere quello che auspicavamo. Non abbiamo mai chiesto soldi, volevamo solo che le istituzioni ci riconoscessero”. E così è stato, e non solo. La Regione infatti si è impegnata a individuare un delegato che si occupi del settore, una figura che avrà il compito di occuparsi di promuovere e valorizzare commercio equo solidale, filiera corta, agricoltura e tutti gli strumenti con cui si sviluppa l’economia solidale. La legge, per cui avranno valore di fronte alle istituzioni anche le forme di coordinamento e rappresentanza dei soggetti impegnati nel settore, prevede inoltre l’organizzazione di un Forum regionale per l’economia solidale in cui attori e istituzioni potranno confrontarsi, e la creazione di un Tavolo permanente composto dai membri della Regione e da membri del circuito. Strumenti istituzionali che aiuteranno il settore a svilupparsi e programmare iniziative che vadano verso la qualità e l’innovazione, a cui si affiancheranno anche un Osservatorio e un portale web per monitorare i progetti attivi.

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