Sberle, tirate d’orecchie e capelli, strattoni e il castigo in uno stanzino nel caso i metodi più decisi non fossero stati sufficienti. Ma dai racconti di un bambino, è emersa anche una sorta di pulizia della bocca con il sapone contro le bestemmie. Al centro del fascicolo c’è una maestra di una scuola materna di ispirazione cattolica del Ravennate, per la quale la Procura della città romagnola ha già chiesto il rinvio a giudizio, tanto che il caso è entrato nel vivo davanti al gup Rossella Materia, che dovrà pronunciarsi al termine del rito abbreviato condizionato chiesto dalla difesa della donna maltrattamenti per aggravati e sequestro di persona.

La diretta interessata, anche davanti al giudice, ha continuato a sostenere la propria innocenza negando di avere mai alzato le mani sul bimbo, sebbene particolarmente problematico perché interessato da un evidente disagio comportamentale. La scuola ha finora sempre fatto quadrato sul suo operato. 

La vicenda è approdata sui tavoli della Procura, ma risale a tempo fa quando il bimbo passando dalla materna alle elementari, ha chiesto alle nuove maestre cosa gli sarebbe capitato nel caso avesse disubbidito. In particolare ha fatto riferimento a eventuale punizioni fisiche con tanto di particolari. A quel punito, oltre alla magistratura, era stata interessata anche la famiglia, ora in parte civile, sia personalmente che come rappresentati del figlio, con gli avvocati Paola Brighi e Manuela Liverani del Foro di Ravenna.

In un contesto protetto in Questura, il bimbo ha poi ripetuto le punizioni a suo dire subite dalla maestra dell’asilo. In un secondo momento tuttavia in incidente probatorio davanti agli psichiatri non è stato altrettanto esaustivo. Per questo, oltre all’audizione dell’imputata, il rito abbreviato è stato condizionato anche alle deposizioni dei consulenti delle parti che nell’udienza già fissata per metà dicembre riferiranno in merito all’attendibilità del racconto fatto dal piccolo. A quel punto il Gup avrà tutti gli elementi per decidere sulla maestra.

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