“Quindicimila jihadisti stranieri da oltre 80 Paesi sono andati in Siria negli ultimi anni”. E’ uno dei passaggi fondamentali del discorso di Barack Obama all’Assemblea generale dell’Onu. Ma quella intrapresa dagli Stati Uniti in Medio Oriente non è una guerra all’Islam: “Non ci può essere ragionamento, né negoziato, con questo marchio del male, nessun Dio perdona questo terrore. L’unico linguaggio compreso da killer come questi è il linguaggio della forza”. “Gli Stati Uniti non saranno mai in guerra contro l’Islam – ha detto il presidente degli Usa – l’Islam insegna la pace e milioni di musulmani-americani fanno parte del nostro Paese. Non è uno scontro di civiltà”.  Un passaggio da cui discende un appello ai giovani di fede musulmana: “Il mondo e le comunità musulmane respingano con forza l’ideologia di Al Qaeda e dell’Isis“, ha detto Obama invitandoli a rispettare e onorare la tradizione dell’islam, ovvero l’istruzione, l’innovazione e la dignità della vita.

Mea culpa: “Non abbiamo fatto abbastanza”
Nel discorso di Obama c’è spazio anche per un mea culpa: “Troppo spesso, non siamo riusciti a far rispettare le norme internazionali quando è stato scomodo farlo – ha detto il presidente americano – non abbiamo affrontato con forza sufficiente l’intolleranza, le tensioni interconfessionali e la disperazione che alimentano l’estremismo violento in troppe parti del globo”, ha aggiunto.

Onu: “Gli Stati vigilino sui cittadini che aiutano i terroristi”
Intanto, il Consiglio di sicurezza dell’Onu, presieduto dal presidente degli Stati uniti, Barack Obama, ha approvato all’unanimità una risoluzione che chiede agli Stati membri di “prevenire e reprimere” il reclutamento e il flusso dei combattenti terroristi stranieri. La decisione rende illegale recarsi all’estero o facilitare il viaggio di altri individui per “pianificare, preparare, perpetrare o partecipare ad atti terroristici”. Il documento specifica anche che gli Stati devono “esigere che le compagnie aeree sotto la loro giurisdizione forniscano in anticipo informazioni sui passeggeri alle autorità nazionali”.

Appello all’Iran: “Non perdete questa occasione”
“Non intendiamo inviare truppe americane a occupare terre straniere”, ha detto il capo della Casa Bianca sottolineando che gli Stati Uniti ”lavoreranno con un’ampia coalizione per smantellare questa rete della morte”. Obama si rivolge poi ai leader riuniti a Palazzo di Vetro: “Già 40 paesi si sono offerti di unirsi alla nostra coalizione: chiedo al mondo di unirsi al nostro sforzo”. E in questo contesto lancia un appello all’Iran: “Non lasciate che passi questa opportunità storica”. Possiamo raggiungere una soluzione che soddisfi il vostro bisogno di energia e rassicuri il mondo che il vostro programma nucleare è di pace“.

Monito alla Russia: “Pagherà per l’aggressione a Kiev”
“L’aggressione russa in Europa ricorda i tempi quando le Nazioni più grandi calpestavano quelle più piccole perseguendo ambizioni territoriali”, ha affermato il presidente Usa. “L’America e i suoi alleati sosterranno il popolo dell’Ucraina” ha aggiunto, “imporremo un costo alla Russia per la sua aggressione”. Obama si è rivolto direttamente alla Russia nel discorso pronunciato davanti all’Assemblea, accusando Mosca di inviare armi ai separatisti filorussi, di rifiutare di permettere l’accesso al sito dell’aereo della Malaysia Airlines che è stato abbattutto e di spostare le sue truppe al confine con l’Ucraina. Ma se Mosca rispetterà l’accordo siglato a inizio mese, gli Stati Uniti revocheranno le sanzioni economiche imposte all’economia russa, ha detto ancora il capo della Casa Bianca.

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