Che senso ha il roaming in un mercato unico? La domanda, rimasta senza risposta, deve aver tolto il sonno ai colossi della telefonia mobile, messi alle strette dalla decisione della Commissione e del Parlamento europeo uscenti di consentire l’utilizzo di smartphone e tablet all’estero allo stesso costo che nel proprio paese. Previa approvazione degli Stati membri, le misure sarebbero entrate in vigore dal prossimo 15 dicembre, agevolando non poco i consumatori europei costretti a pagare costi extra fuori dai confini nazionali.

Nemmeno troppo inatteso, arriva però lo stop.

Secondo quanto rivelato dal Financial Times l’Italia, in quanto presidente di turno dell’Unione europea, presenterà domani un testo con la proposta di rinvio della fine delle tariffe roaming per le telefonate e l’internet mobile per venire incontro alle richieste dell’industria Tlc che reclama più tempo per un graduale livellamento delle “fee” in tutti i paesi comunitari. Il testo italiano conterrebbe delle “tutele” al fine di far fronte “alle preoccupazioni di alcuni stati membri” circa l’introduzione del principio del “roam like at home”, l’equiparazione, cioè, delle tariffe domestiche con quelle all’estero, pur all’interno dei confini Ue.

Il documento indica tra l’altro come “meccanismo di salvaguardia” la previsione di tariffe calcolate sulla base del “consumo domestico medio annuo nell’Ue” e soggette ad un progressivo adattamento. Tuttavia il testo precisa che, pur in presenza di salvaguardie e gradualità, “la data per l’introduzione del ‘roam like at home’ deve essere ancora decisa, e pone una questione politica significativa”. Il rischio è che si arrivi alle calende greche per vedere la fine dell’odioso balzello che grava sui consumatori comunitari.

La fine dei costi di roaming fa parte di un pacchetto di misure più ampio chiamato “Connected continent” che andrebbe a disegnare il mercato unico di Tlc quale leva della competitività e di un miglioramento dei servizi ai cittadini. Il “Connected Continent” prevede anche la disponibilità per tutti di un internet aperto in cui sia tutelata la neutralità della rete con il divieto di bloccare o degradare i contenuti (vietando, ad esempio, agli internet provider di dare priorità a particolari tipi di traffico sulle loro reti come gli streaming video), il coordinamento della concessione di frequenze per la banda larga senza fili, una maggiore trasparenza dei contratti per gli utenti di internet e dei servizi a banda larga e, da ultimo,  la possibilità di passare più facilmente ad un altro fornitore.

Il progetto di eurotariffe più vantaggiose per i cittadini è il risultato dell’impegno iniziato nel 2007 dall’olandese Neelie Kroes, fino al 2009 commissario alla Concorrenza e dal 2010 responsabile per l’Agenda digitale e vicepresidente della Commissione Barroso. Alla Kroes si deve l’introdurre del limite massimo ai costi del traffico telefonico dall’estero.

In merito alla proposta della Presidenza italiana, la Kroes ha dichiarato: “Sentiamo che il testo della Presidenza italiana ha tutte le componenti essenziali necessarie per spingere il mercato delle telecomunicazioni in avanti: termina il roaming, garanzie per la neutralità della rete, più cooperazione in materia di spettro radio e la tutela dei consumatori. Manca un po’ dell’ambizione presente nel testo della Commissione, ma è una buona base per ulteriori negoziati”.

La proposta italiana ha scatenato, però, la vibrante protesta dell’Aduc, il movimento dei consumatori, secondo cui il Governo “prende in considerazione gli interessi economici di alcune centinaia di industrie e non quelli di centinaia di milioni di consumatori”. 

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