Pagina 24 del libro delle vacanze. Chiariamoci subito: stiamo parlando di un mito e di una leggenda. Titolo: la creazione. Autore: Barnes

“Al tempo della creazione Dio pensò che gli sarebbe piaciuto creare gli essere umani. Così prese un bel po’ di farina e acqua e li impastò insieme a formare dei piccoli uomini. Li mise a cuocere nel forno ma, sfortunatamente, fu distratto da qualcos’altro e se ne dimenticò. Quando li tirò fuori dal forno erano tutti bruciati e fu così che furono creati i neri”.

Non so se un racconto di questo tipo può essere definito razzista. Forse si tratta di discriminazione. Sicuramente non mi sembra un brano da inserire in un libro delle vacanze. Che può pensare un bambino? I neri sono quelli bruciati, andati a male, sbagliati e i bianchi sono quelli ben riusciti? In ogni cultura c’è un pregiudizio innato, purtroppo, verso le altre culture. Un pregiudizio dovuto alla paura dell’altro.

Quando sono stato in Mozambico, nel 1995, i bambini africani al mio passaggio urlavano “Mucugna mucugna“. Non capivo cosa significasse. Padre Forner, missionario della Consolata, che mi accompagna in quel viaggio mi spiegò: “Significa biancastro. Noi li chiamiamo negri, loro ci definiscono biancastri”. Far leggere un testo di quel genere a dei bambini, senza alcuna mediazione, può solo creare dei pregiudizi, delle etichette. Ancor più se il resto del brano proposto da questo libro che è stato distribuito durante le vacanze prosegue in questo modo:

“Allora impastò dell’altra farina con dell’altra acqua e di nuovo mise tutti gli omini nel forno.Ma stavolta era un po’ preoccupato che non gli bruciassero di nuovo, così finì per tirarli fuori in anticipo. E questi diventarono bianchi. Quando riprovò per la terza volta, tanto per essere sicuro di non sbagliare i tempi di cottura, creò prima il tempo e l’orologio. E infatti, quando tolse gli omini dal forno, erano cotti al punto giusto, appena appena bruniti. E questi erano gli zingari”.

I neri son quelli bruciati. I bianchi quelli cotti al punto giusto. Gli zingari sono quelli bruniti. Credo che sarebbe opportuno parlare ai ragazzi in un altro modo di bianchi, neri e rom. O forse, per richiamare alla memoria Einstein, far capire che la razza è una: umana! Credo che sarebbe opportuno a scuola eliminare la parola “zingaro” e parlare finalmente di “rom”, di popolo rom.

Un brano di questo tipo non può essere propinato a dei bambini dai 6 ai 10 anni. Spesso i libri delle vacanze non sono letti dai maestri ma “somministrati” come medicine per un periodo, per “esercitarsi”. Forse sarebbe meglio qualche libro delle vacanze in meno e qualche buona lettura in più. Magari scelta dagli insegnanti con dovizia.

Articolo Precedente

Università: nonno Gustavo, le classifiche degli atenei e il ‘prezzo dei numeri’

next
Articolo Successivo

Scuola, l’insegnamento del futuro è nel rispetto delle differenze

next