Non uno sciopero vero e proprio, ma una sorta di sciopero bianco. Oggi in tutta Italia diverse migliaia di poliziotti, agenti di polizia penitenziaria, forestali e vigili del fuoco si sono astenuti dal lavoro per due o tre ore usando l’escamotage della partecipazione alle assemblee sindacali convocate per chiedere lo sblocco dei tetti salariali e i fondi per compensare le ‘promozioni bianche’, ovvero quegli avanzamenti di grado del personale a cui negli ultimi anni non è corrisposto l’adeguamento dello stipendio.

L’iniziativa è stata promossa dai sindacati autonomi Sap, Sappe, Sapaf e Conapo, tra i più rappresentativi nei diversi corpi, che rappresentano il 43% del personale sindacalizzato e che sono riuniti nella Consulta Sicurezza. Al centro del malcontento ci sono le promesse fatte a metà settembre dal ministro degli Interni Angelino Alfano, che per scongiurare il rischio sciopero delle forze dell’ordine ha annunciato lo stanziamento di circa un miliardo di euro al fine di sbloccare i tetti salariali. Promesse che hanno spaccato le organizzazioni sindacali.

Da un lato infatti la Consulta Sicurezza ha proseguito con le proteste, ritenendo che le coperture siano dubbie e che i fondi annunciati non siano sufficienti per tutto il personale. E ancora: “Si tratta di risorse non strutturali – accusano Sap, Sappe, Sapaf e Conapo – ma per le sole retribuzioni del 2015 e, soprattutto, sono soldi che arrivano da nuove decurtazioni alle già martoriate voci di bilancio dei nostri ministeri, con ulteriori tagli a straordinari, buoni pasto e fondo produttività, senza contare la prevista chiusura di centinaia e centinaia di presidi e uffici sul territorio nazionale”.

Di diverso avviso le altre sigle sindacali, tra cui quelle confederali, e i Cocer di esercito e guardia di finanza, che hanno sospeso ogni iniziativa contro il governo in attesa dell’incontro che il presidente del Consiglio Matteo Renzi ieri ha deciso di mettere in agenda per l’8 ottobre. Secondo Sap, Sappe, Sapaf e Conapo, oggi si sono tenute in tutta Italia circa 700 assemblee. In diverse città, poi, alcuni operatori si sono assentati dal servizio per donare il sangue. L’adesione media è stata del 60 per cento del personale disponibile, con punte del 90 per cento a Imola e dell’ 80 per cento a Ferrara.

I quattro sindacati in una nota parlano di “una forma di protesta mai vista che è stata attuata con strumenti legittimi e nel rispetto dei regolamenti, anche se in molte città abbiamo registrato l’ostruzionismo di numerosi dirigenti e comandanti. I partecipanti sono stati superiori a quanto prevedevamo perché alle assemblee e alle donazioni di sangue si è registrata la presenza di tantissimi colleghi iscritti ad altre sigle e addirittura non iscritti”.

Tra le assemblee che si sono tenute oggi, anche quella dei forestali della Lombardia, riuniti nella sede di via Vitruvio a Milano dalle 11 alle 14 (vedi foto) per una mobilitazione che va al di là della sola questione retributiva: “La Consulta Sicurezza – spiega il segretario lombardo del Sapaf Fabio Cantoni – è in mobilitazione da mesi per chiedere una vera riforma dell’apparato della sicurezza che razionalizzi le 7 forze di polizia oggi esistenti, accorpi il dipartimento dei vigili del fuoco con quello della pubblica sicurezza, riveda le competenze sugli incendi boschivi assegnando ai Vigili del Fuoco tutti i compiti di spegnimento e potenzi i compiti di polizia ambientale del Corpo Forestale, riporti allo Stato tutti i Corpi regionali e provinciali dei vigili del fuoco e della forestale”.

Twitter: @gigi_gno

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