La Corte europea dei diritti umani, contrariamente a quanto affermato venerdì scorso dagli avvocati Piero Longo e Niccolò Ghedini, non ha ancora preso alcuna decisione sull’ammissibilità dei ricorsi pendenti presentati da Silvio Berlusconi. Lo ha dichiarato all’Ansa l’ufficio stampa della Corte, specificando che i ricorsi sono stati solo registrati.

Venerdì 19 settembre prima l’avvocato Ghedini, poi l’avvocato Longo avevano spiegato che la Corte aveva deciso di esaminare uno dei ricorsi: in particolare quello che riguardava il taglio dei testimoni nel processo Mediaset che ha portato poi alla condanna definitiva in Cassazione del leader di Forza Italia

Dopo la condanna a quattro anni di carcere – di cui tre condonati da indulto – Berlusconi da inizio maggio ha iniziato a scontare la pena in affidamento ai servizi sociali nell’istituto Sacra Famiglia di Cesano Boscone per un periodo che, se non violerà le prescrizioni del Tribunale di Sorveglianza di Milano, durerà complessivamente poco più di 10 mesi. L’ex premier ier, parlando alla scuola di formazione politica di partito, aveva garantito ai suoi che il verdetto sarebbe stato annullato. “Io, oggi non sono completamente libero. Dobbiamo saper vendere meglio il nostro martire che abbiamo in casa. Me ne hanno fatte così tante che se non fossi quello che ho dimostrato di essere sarei stato distrutto dieci volte. Mi hanno colpito nella serenità, nel mio tempo, nel mio patrimonio e anche nella vita”. 

Per quanto riguarda la fissazione della discussione Ghedini aveva detto di sperare “che questo possa avvenire già entro quest’anno. E siamo fiduciosi che le nostre doglianze possano essere accolte”. L’attesa dell’ufficializzazione da parte della Corte europea dei diritti umani per conoscere meglio tempi e dispositivo del ricorso, anche per comprendere bene quali scenari giudiziari avrebbero potuto aprirsi, è finita. Già venerdì Strasburgo non aveva comunicato al governo italiano l’accettazione di alcun ricorso presentato da Berlusconi. La prassi consolidata della Corte prevede che un ricorso potenzialmente ritenuto ammissibile venga comunicato allo Stato interessato in modo tale che questi possa difendersi. Oggi la comunicazione ufficiale che l’ammissibilità del ricorso dell’ex Cavaliere non è stato ancora deciso. 

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