Il premier Renzi si dice pronto a modificare radicalmente l’articolo 18, ma lo stesso presidente del Consiglio appena due anni e mezzo fa aveva manifestato idee diametralmente opposte a quelle che lo stanno portando allo scontro con il mondo sindacale. Ospite di Michele Santoro, a Servizio Pubblico (La7) nell’aprile del 2012, incalzato sulla necessità di riformare lo Statuto dei lavoratori, Renzi disse: “In questo momento nel mio territorio ci sono almeno 3 crisi aziendali di aziende di 150 persone che hanno deciso dalla mattina alla sera di chiudere e di andarsene. L’articolo 18 per loro non è un problema e per quel lavoratore non è una sicurezza. Ho detto sull’articolo 18 e lo ripeto qui che non ho trovato un solo imprenditore, in tre anni che faccio il sindaco, che mi abbia detto “Caro Renzi, io non lavoro a Firenze o in Italia, non porto i soldi, perché c’è l’articolo 18”. Nessuno me l’ha detto. Non c’è un imprenditore che ponga l’articolo 18 come un problema. Perché, mi dicono, c’è un problema di burocrazia, di tasse, di giustizia, non dell’articolo 18. E non ho mai trovato neanche un ragazzo, precario, che mi abbia detto “Sogno l’articolo 18”. Per quello che mi riguarda l’articolo 18 è un problema mediatico. E’ un problema che si è posto soltanto nel dibattito mediatico”

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