Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu a New York ha adottato all’unanimità una risoluzione per espandere la risposta globale alla diffusione di Ebola in Africa occidentale, che chiede di non isolare i Paesi colpiti. “La diffusione di Ebola costituisce una minaccia per la pace e la sicurezza internazionale” si legge nella nota che invita gli Stati membri a “fornire assistenza urgente, compresi ospedali da campo e personale” e di “abolire le restrizioni sui viaggi e alle frontiere imposte a causa dell’epidemia, che contribuiscono ad un ulteriore isolamento dei Paesi colpiti”. Anche alle compagnie aeree e navali viene chiesto di mantenere i collegamenti con tali Paesi. Tra i firmatari del documento c’è anche l’Italia.

“Ebola non è solo un’epidemia, non è solo un’emergenza sanitaria, ma è una crisi umanitaria, sociale, economica, e una minaccia per pace e sicurezza internazionale” ha detto il direttore dell’OmsMargaret Chan, nel corso della riunione del Consiglio di Sicurezza Onu. Nel frattempo l’Oms ha diffuso nuovi dati: nella settimana che si è conclusa il 14 settembre ci sono stati per la prima volta dall’inizio dell’epidemia più di 700 nuovi casi in Africa, che porta il numero totale a 5.335, con 2.622 morti. Più della metà di questi si sono verificati negli ultimi 21 giorni del conteggio, iniziato lo scorso gennaio.

Dopo l’annuncio di Obama, che invierà 3.000 soldati in Africa occidentale, anche il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon sta per dare il via ad una nuova missione per coordinare la lotta contro il virus. Il numero uno del Palazzo di vetro ha quindi convocato un vertice dei capi di Stato e di governo per discutere l’emergenza il prossimo 25 settembre, durante l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, a cui dovrebbe partecipare anche il presidente Usa. 

Il Parlamento europeo ha però denunciato che la comunità internazionale ha finora sottovalutato l’epidemia. Ora – afferma l’assemblea di Strasburgo – il Consiglio di Sicurezza deve pensare ad inviare risorse di difesa militari e civili. E la Ue deve intensificare gli sforzi a tutto campo, con il Consiglio Ue esortato a convocare una riunione ministeriale “per stabilire un piano d’emergenza”.  Per far fronte a questa emergenza, Emergency ha aperto un Centro per la cura dei malati di Ebola a Lakka, a pochi chilometri dalla capitale della Sierra Leone dove l’epidemia è fuori controllo. Oltre 1.500 persone hanno contratto il virus, più della metà sono morte, 500 sono i malati accertati solo nelle ultime tre settimane. Ogni giorno si ammalano più di 20 persone. 

“In Italia, tuttavia, non c’è rischio di contagio” ad affermarlo Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dello Spallanzani di Roma, centro di riferimento per l’Ebola nel nostro Paese. “Il rischio di contagio è zero, o assolutamente vicino allo zero – sottolinea – L’Italia ha la capacità di gestire eventuali casi, ma il grande lavoro va fatto in Africa, e le istituzioni italiane devono lavorare lì”. La volontaria francese di Medici Senza Frontiere contagiata in Liberia sta per essere rimpatriata e ricoverata nell’ospedale militare di Saint-Mandè, alle porte di Parigi.

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