Questa che stiamo per raccontarvi è una storia di sport, umanità, passione. La determinazione, che deriva da una forza d’animo e un coraggio straordinari, di un ragazzo di 31 anni – una grande passione per il calcio – di gettare il cuore oltre le difficoltà nell’intento di coronare un sogno. Non quello che si era messo in testa da piccolo, ma nemmeno un surrogato. Un sogno diverso, altrettanto bello e che – questo sì per davvero – sta per realizzarsi. Lui si chiama Mattia Formis, è di Casalmaggiore, in provincia di Cremona, e, per una errata vaccinazione antipolio somministrata mentre era ancora in fasce, è costretto a camminare con la stampelle. Per inciso: una causa legale intentata dalla famiglia contro l’ospedale gli diede ragione e si arrivò, anni e anni dopo, ad un maxi-risarcimento.

Ma la storia, qui, è un’altra. La bella notizia, infatti, è arrivata qualche giorno fa, dopo l’invio, a suo tempo, della richiesta di ammissione al corso per conseguire il patentino Uefa B da allenatore. Un’abilitazione che permette di allenare team sino alla Lega Pro. “Mi hanno accettato. Fortunatamente rispetto al passato ammettono anche persone con disabilità”. L’esame più importante, per il momento almeno, della sua carriera è previsto per il 29 settembre. Un corso impegnativo che durerà sino a metà dicembre. Ma prima c’è un altro impegno. Quello per la vita, con Silvia. “Stiamo insieme da due anni e mezzo”. E il 20 si sposano. “I miei amici mi dicono di non farlo”, scherza Mattia. E gli scappa un sorriso. Silvia, che “mi ha guardato subito con gli occhi di una ragazza che dall’altra ha visto una persona come le altre. Solo con qualche difficoltà in più”.

Deve tanto a papà Aldo Mattia. Per anni presidente del Milan Club Casalmaggiore, e n’è andato qualche anno fa. “Mi ha trasmesso la passione per il calcio, quanti video in ‘rosso e nero’ mi sono visto con lui – racconta Mattia -. Organizzava pullman tutte le domeniche, direzione San Siro”. Ma il padre, per Mattia, è stato soprattutto uno sprone a guardare avanti. “Oltre la mia disabilità”. Quanto avrebbe voluto vederlo allenare una squadra di calcio, non potendolo veder correre come tutti gli altri dietro un pallone su un campo da calcio. Quanto sarebbe, oggi, fiero di lui se lo vedesse. Dopo anni a seguire i ragazzini degli Allievi della Cicopieve, la prima esperienza, quest’anno, in un team di ‘grandi’, Terza categoria: la Polisportiva Federica Antonioli di Stagno (dedicata ad una ragazza disabile scomparsa due anni fa). “Un gruppo eterogeneo. Una ventina di giocatori di ogni età, dai 25 ai 40. Ma che, dal primo all’ultimo, mi hanno sentire parte del gruppo”. Un sogno, quello di allenare, reso possibile anche grazie all’aiuto di due persone “speciali”: il presidente della Polisportiva Mirko Grasselli ed Elis Perdomini, con Mattia in panchina. “Oltre a papà, naturalmente”.

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