Il nuovo round di sanzioni europee contro la Russia che colpiscono finanza, energia e difesa, sono entrate in vigore questa mattina con la loro pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dell’Ue. Le misure sanzonatorie prevedono anche il congelamento dei beni ed il divieto di viaggio per personalità russe ed ucraine accusate di essere implicate nel conflitto in Ucraina.  Le disposizioni prevedono il blocco dell’accesso ai mercati finanziari Ue per le società energetiche Rosneft, Trasneft, così come per alcune industrie del settore della difesa, come Opk Oboronprom, Uralvagonzavod e United aircrat corporation. Il provvedimento impedisce alle compagnie europee di intraprendere nuovi contratti relativi a settori quali l’esplorazione e la trivellazione petrolifera nell’Artico. Restano esenti invece le società che si occupano di distribuzione del gas, come Gazprom, anche perché l’Europa dipende dalle importazioni russe in questo ambito. Le sanzioni hanno effetto immediato e saranno riviste dai Paesi membri dell’Ue a fine settembre alla luce della situazione nell’est dell’Ucraina. Sempre oggi anche gli Stati Uniti dovrebbero annunciare un nuovo pacchetto di sanzioni contro Mosca. Il Parlamento di Kiev, inoltre, ratificherà martedì prossimo l’accordo di associazione e libero scambio con l’Ue che rappresenta la scintilla che innescò le proteste di piazza Maidan a Kiev. Il deposto presidente filorusso Yanukovich si rifiutò di ratificarlo per riavvicinarsi all’orbita di Mosca e questo innescò a fine 2013 le proteste di piazza a Kiev. La firma del patto è stata annunciata dal presidente ucraino Petro Poroshenko definendo “un momento storico” la ratifica dell’intesa. In un primo momento l’entrata in vigore doveva avvenire il primo novembre, ma è stata rinviata al 31 dicembre 2015. E’ quanto si legge in una nota diffusa a Bruxelles dopo l’incontro trilaterale Ue-Ucraina-Russia.

Colpiti oligarchi e vertici della Duma
Nella lista delle 24 personalità russe ed ucraine colpite dal nuovo round di sanzioni c’è anche Sergei Chemezov, amico di Putin e capo di RosTekhnologi. Insieme a lui colpiti dalle misure sanzonatorie anche Youri Vorobiov, vicepresidente russo e diversi vicepresidenti della Duma (Parlamento, ndr): Vladimir Vasiliev, Ivan Melnikov e Igor Lebedev. Il provvedimento prevede lo stop ai prestiti di lungo termine per una serie di importanti compagnie russe, tra cui il gigante petrolifero Rosneft, e l’operatore Transneft. La prima conseguenza delle sanzioni: il rublo precipita. Nuovo record negativo per la valuta russa, che stamattina è arrivato a quota 37,72 per un dollaro. In calo anche la Borsa di Mosca, con l’indice Micex (in rubli) che segna -0,18% e l’Rts (in dollari) a -0,63%.

Nuove sanzioni anche dagli Usa: Sberbank nel mirino
Anche gli Stati Uniti, come annunciato, inaspriscono le sanzioni. E colpiscono anche Sberbank, la maggiore banca statale russa. Lo afferma il Dipartimento del Tesoro, sottolineando che l’inasprimento delle misure riguarda oltre al settore bancario, anche quelli dell’energia e della difesa. Il Tesoro ha anche “imposto sanzioni che vietano l’esportazione di beni, servizi (non inclusi quelli finanziari) o tecnologia” che possa aiutare la produzione di petrolio nel mar Artico a cinque società energetiche russe attive in questo tipo di progetti. Si tratta di Gazprom, Gazprom Neft, Lukoil, Surgutneftegas e Rosneft. Una mossa queste che potrebbe pesare su Exxon, colosso dell’energia americano, che ha siglato due anni fa un accordo per un progetto nel mar Artico con Rosneft.

Putin: “Misure minacciano il processo di pace”
Le sanzioni Ue contro la Russia “di fatto rappresentano passi che minano il processo di pace in Ucraina”, sibila il presidente russo, Vladimir Putin. La nuova tornata di misure restrittive “non è comprensibile”, fa sapere ancora il Cremlino, visto l’impegno di Mosca, anche in termini di iniziative di pace, per fermare il bagno di sangue nell’est dell’Ucraina. “Riteniamo – ha ribatito per il ministro degli Esteri Serghiei Lavrov in un summit a Dushanbe – che adottare decisioni del genere in un momento in cui il processo di pace in Ucraina si stabilizza significa decidere di minacciare il processo di pace”.

Poroshenko: “La Crimea tornerà ucraina”
Il presidente ucraino ha ribadito la promessa che la Crimea tornerà sotto Kiev e che questo avverrà “non necessariamente” con l’uso delle armi. Mosca si è annessa la penisola russofona sul Mar Nero a marzo dopo un’invasione militare “soft” e un controverso referendum. “Sono certo – ha detto Poroshenko – che vinceremo la sfida economica, democratica e liberale per le menti e le preferenze degli abitanti della Crimea”. Il capo di Stato ha quindi affermato che “in Ucraina, al di là del confine amministrativo della penisola, il tenore di vita sarà molto migliore” e che “è questo l’unico modo per vincere la battaglia” per riconquistare gli abitanti della penisola, ma anche per “risolvere il conflitto nell’est in alcuni distretti delle regioni di Donetsk e Lugansk“.

Continua lo scambio di prigionieri tra esercito e ribelli
Intanto nell’est Ucraina proseguono le operazioni previste dall’accordo sul cessate il fuoco. Oggi si è verificato un nuovo scambio di prigionieri tra le truppe governative e i miliziani separatisti. Poroshenko ha annunciato sulla sua pagina Facebook che 36 militari di Kiev sono stati liberati recentemente, mentre altri 21 sono stati rilasciati ieri. I filorussi dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk confermano di aver liberato 36 soldati in cambio di 31 miliziani precisando che “Kiev promette di rilasciare altri cinque (miliziani) domani”. Secondo un’altra fonte dei separatisti, citata dall’agenzia Itar-Tass, attorno alle 4 del mattino soldati ucraini e miliziani avrebbero liberato 37 prigionieri per parte nei pressi di Donetsk. “Il cessate-il-fuoco – ha dichiarato Poroshenko – ci consente di liberare i nostri militari, migliorare le forze armate e le linee di difesa e proteggere le nostre città e i nostri villaggi”.

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