E’ durato più di tre ore e mezza l’incontro Meeting e-democracy, organizzato a Montecitorio dai deputati M5S Massimiliano Bernini e Cristian Iannuzzi. “Il senso dell’incontro è stato quello di parlare del fondamento del Movimento – afferma Iannuzzi -, cioè la partecipazione dei cittadini e l’interazione tra cittadini e parlamentari”. “Oggi si sono proposti diversi strumenti che – continua – permettono una maggiore partecipazione”. All’incontro erano stati invitati anche il cofondatore del Movimento, Gianroberto Casaleggio e il figlio Davide, “in qualità di esperti” specifica Iannuzzi, che però non hanno risposto all’invito: “Non era obbligatorio venire, chi è interessato partecipa, probabilmente avevano di meglio da fare”. Il deputato 5stelle sottolinea: “L’esigenza di aumentare la partecipazione e di essere il più collegati possibile con la base. Esigenza che sentono sia i cittadini, sia noi che stiamo in Parlamento“, ma Iannuzzi tiene a precisare che “non c’è nessun conflitto” né con grillo né con Casaleggio. Ospite dell’incontro Davide Barillari, consigliere regionale del Lazio che ha presentato il progetto “Parelon“, piattaforma per la partecipazione online attiva già nel Lazio: “Ci lavoriamo da quasi due anni e andrà ad affiancare allo strumento certificato ‘Lex’. Io non voglio fare nessuna critica a Casaleggio, di lui mi fido ed ho la massima stima – chiarisce Barillari -, Parelon è uno strumento indipendente dove un cittadino potrà lui proporre una proposta di legge e vederla sviluppata”. Problemi di trasparenza all’interno del M5S? “E’ un problema di tutti i partiti, di tutti i movimenti. Nel M5S c’è una discussione in corso su tanti aspetti, ma dire che non c ‘è trasparenza mi sembra esagerato. Con Casaleggio nessuno scontro – prosegue -, ci siamo visti lo scorso luglio a Milano e abbiamo parlato proprio di Lex in maniera aperta”. “Non è che se oggi non vengono Beppe Grillo o Casaleggio veniamo scomunicati subito, nel M5S le decisioni – conclude – non vengono calate dall’alto, io non ho mai ricevuto interferenze da Beppe o Casaleggio, questo dimostra che nessuno sta comandando dall’alto il movimento  di Manolo Lanaro

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