Ginevra, Svizzera-Italia: semifinale di Coppa Davis 2014. Il tennis azzurro aspettava questo momento da 16 anni. Era il 1998 quando la nazionale allora di Gaudenzi e Nargiso giocò (e vinse) la semifinale in trasferta contro gli Stati Uniti (prima di perdere l’ultimo atto contro la Svezia): una delle pagine più belle della storia della racchetta italiana. Dopo è venuto il declino, il purgatorio della Serie B, perfino l’umiliazione della Serie C, la lenta e difficile risalita. Fino a tornare nel 2014 fra le prime quattro nazionali al mondo. Merito della vittoria lo scorso aprile contro la Gran Bretagna di Andy Murray, grazie alla grande prestazione di Fabio Fognini, protagonista assoluto della tre giorni.

Adesso, però, la sfida contro la Svizzera si annuncia proibitiva. Perché gli elvetici sono probabilmente in questo momento la squadra più forte al mondo e puntano a conquistare la prima “insalatiera” della loro storia: nessun altro può permettersi di schierare una coppia come quella formata da Roger Federer e Stanislav Wawrinka, numeri 3 e 4 del ranking Atp. Il primo risorto anche grazie alle cure di Stefan Edberg, recente semifinalista agli Us Open e finalista a Wimbledon. Il secondo definitivamente esploso con il trionfo agli Australian Open. Praticamente imbattibili. Come se non bastasse, si gioca in trasferta, col pubblico contro e sulla superficie più congeniale ai padroni di casa e meno gradita agli azzurri: il veloce cemento indoor di Ginevra, scelto dal capitano Luthi.

L’Italia arriva alla sfida con l’entusiasmo di chi torna nell’elite del tennis mondiale e non ha nulla da perdere. Ma anche con la consapevolezza di non essere in un grande momento di forma. Fognini, dopo un 2013 strepitoso e le vittorie di inizio anno, si è un po’ perso, vittima della sregolatezza che accompagna sempre il suo genio tennistico: ha fallito occasioni importanti al Roland Garros e a Wimbledon, non ha replicato le vittorie sulla terra della scorsa stagione. Resta numero 17 al mondo, ma ultimamente si è fatto notare soprattutto per le proteste e scenate con arbitri e avversari. Dietro di lui, Andreas Seppi continua a vivere un periodo difficile. Mentre è rinato Simone Bolelli, tornato fra i primi 100 del mondo e in continua ascesa: a sorpresa, Barazzutti si affiderà proprio a lui (e non all’altoatesino) per il singolare d’esordio contro Federer, in programma venerdì a partire dalle 13. Gli azzurri sulla carta partono sfavoriti in tutti e cinque gli incontri.

Certamente nei quattro singolari, anche nel doppio se la Svizzera schiererà la coppia Federer-Wawrinka (ma almeno uno dei due potrebbe riposare). Si rischia il cappotto, ma il tennis è uno sport imprevedibile. Per sperare, sarà fondamentale vincere il doppio e la sfida tra Fognini e Wawrinka: lo scudiero di Federer, del resto, ha spesso regalato qualcosa in Coppa Davis (anche nell’ultimo turno col Kazakistan, quando perse contro Golubev). L’obiettivo è arrivare alla giornata decisiva di domenica avanti sul 2-1, e poi andare a caccia di un jolly negli ultimi due singolari. Un miracolo, insomma. Ma Fognini e la sua Italia sono davvero capaci di tutto. Nel bene e nel male.



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