Ho fatto una lezione di geografia al Festivaletteratura di Mantova. In un’ora abbiamo “viaggiato” con l’aiuto di immagini fotografiche, della Rete, di mappe e oggetti raccolti in varie parti del mondo tra il Senegal, il Messico e la Pianura Padana. Partendo da due pomodori e dalla notizia (pubblicata dal settimanale “Internazionale”) che le conserve italiane stanno invadendo l’Africa danneggiando l’economia locale, abbiamo parlato delle risorse naturali di questo continente, della storia dello schiavismo. Ma la cosa più interessante non è tanto la lezione fatta ma la reazione del pubblico, grandi e piccini: “Perché la nostra scuola non è così?”.

E’ ciò che mi son chiesto anch’io dopo aver partecipato a diversi incontri per ragazzi promossi dal diciottesimo Festivaletteratura di Mantova, capace più di ogni scuola di coinvolgere mamme, papà, nonni e bambini, per quattro giorni. Domenica nella meravigliosa cornice del liceo classico “Virgilio” due colleghi insegnanti come Bernard Friot e Annalisa Strada (senza dubbio migliori di chi scrive!) si sono confrontati con i bambini e non solo, su una questione: che rapporto c’è tra la scuola e la lettura? La maggior parte dei ragazzi presenti ha bocciato la scuola. Tutti o quasi hanno ammesso di aver preso in mano un libro non certo su consiglio della maestra ma grazie alla proposta fatta dai genitori, dai fratelli o dai nonni. Anzi qualcuno ha aggiunto: “In classe mi consigliavano libri che non mi piacevano ed ero arrivato al punto di pensare che fossero tutti così”.

Dall’altro canto basterebbe fare un viaggio nei nostri istituti per vedere se esistono delle biblioteche a scuola e qualora ci fossero come sono. Nella scuola italiana s’insegna a leggere e scrivere ma non ad amare la lettura e la scrittura. Siamo ben lontani dai modelli del Nord Europa: in Scozia i bambini appena nati ricevono un pacco con due libriccini cartonati, un cd e una guida che spiega ai genitori quanto è essenziale leggere per i bambini. In Inghilterra per invogliare alla lettura, Book Trust, una fondazione che gestisce tre milioni di sterline, regala ai bimbi sotto i quattro anni libri, cd e matite colorate. In Svezia quattro milioni e mezzo di euro vengono destinati alla promozione della lettura e in Olanda l’articolo 22 della Costituzione sancisce la necessità di sostenere la lettura. In Italia, i progetti di promozione della lettura a scuola sono sporadici, godono di pochi finanziamenti e i maestri non vantano certo la fama di essere dei lettori. Siamo schietti: quanti maestri o prof avete visto con un libro in mano che non fosse quello scolastico?

Forse dovremmo clonare l’esperienza di Levata, raccontata a Festivaletteratura dai protagonisti.  Nel piccolo paese della provincia di Mantova, un gruppo di bambini ha messo in piedi il “Circolo dei giovani lettori”: ogni mercoledì alle 17.30, un gruppo di 21 ragazzini di seconda e terza elementare e un altro di 24 lettori di quarta e quinta, si incontrano per discutere delle letture fatte a casa. Riflettono tra loro, parlano di ciò che li ha appassionati, si scambiano i libri. Loro hanno deciso di amare la lettura. Di essere un punto di riferimento per altri lettori. Altro che sdraiati! 

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