Si susseguono sulla stampa indiana le ricostruzioni di quanto avvenuto il 15 febbraio 2012 tra i due marò italiani di guardia sulla petroliera Enrica Leixe e il peschereccio indiano sul quale rimasero uccisi due pescatori. Secondo un articolo apparso oggi sul quotidiano indiano Hindustan Times, che cita un funzionario del ministero dell’Interno, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone cercarono di coprire il loro operato spingendo il capitano della loro petroliera Enrica Lexie a inviare un rapporto per le organizzazioni internazionali di sicurezza marittima in cui si sosteneva che i pescatori erano armati e che questo fu alla base della decisione di sparare. “Il capitano (Umberto Vitelli, ndr) – descrive il funzionario – dopo la sparatoria ha inviato un rapporto via mail in cui si sosteneva che sei dei pescatori a bordo del peschereccio St.Antony erano armati”. Ma – continua la fonte anonima – gli investigatori indiani hanno verificato che tutti gli undici pescatori erano disarmati. Non c’erano armi sul peschereccio”.

Secondo i dati che il quotidiano dice di avere a disposizione, la mail è stata inviata ad un’organizzazione per la sicurezza marittima che l’avrebbe poi inoltrata all’International Maritime Organisation, agenzia dell’Onu per il rafforzamento della sicurezza via mare. “Ma quando durante le sue indagini l’Agenzia nazionale per la sicurezza (Nia) indiana ha interrogato il capitano della Enrica Lexie – ha rivelato la fonte degli Interni – questi ha negato di essere stato testimone dell’incidente e della sparatoria, dichiarando di aver redatto la mail sotto la pressione dei marò accusati. L’obiettivo era quello di presentare i pescatori come pirati”. Secondo quanto riferisce il quotidiano, il Nia ha rifiutato di rilasciare commenti spiegando solo che “presenterà rapporto con i capi di accusa al tribunale che deve processare i due uomini una volte che le questioni relative al caso sono state risolte dalla Corte Suprema“.

La Corte suprema indiana ha esaminato oggi l’istanza in cui il team di difesa di Latorre chiedeva il suo rimpatrio per tre o quattro mesi, si legge nella richiesta, per motivi di salute dopo l’attacco ischemicosubito ed ha chiesto al governo un parere aggiornando l’udienza al 12 settembre. I giudici hanno anche esentato il fuciliere,  su richiesta della difesa, dall’obbligo di firma presso il commissariato di polizia per due settimane per le sue condizioni di salute. Il rinvio dell’udienza è stato motivato con la necessità di permettere al governo centrale di esprimere un suo parere scritto. Nel caso di una concessione del permesso, la Corte porrebbe delle condizioni a garanzia che, si è appreso, l’Italia è pronta ad accettare. Se la Corte Suprema concederà l’autorizzazione al rientro in Italia di Latorre per ragioni umanitarie “noi non ci opporremo”, ha dichiarato oggi a New Delhi il ministro degli Esteri indiano, Sushma Swaraj.

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