Giovani europei che ogni anno fanno i bagagli, prenotano un biglietto aereo low cost e cominciano una nuova vita all’estero. Sono gli expat europei, migranti a tutti gli effetti: under 40 che se ne vanno senza lasciare tracce all’anagrafe ma che influenzano il futuro del proprio paese e dell’Europa. Un fenomeno che interessa soprattutto Spagna, Italia, Portogallo e Grecia, alle prese con alti tassi di disoccupazione giovanile. Gli ultimi dati Istat, ad esempio, parlano di “record dal ‘77” con il 43% di giovani italiani senza lavoro.

Se siete under 40 e avete lasciato l’Italia per un altro paese europeo, compilando questo form online potete raccontarci la vostra storia, fra traguardi e difficoltà. Così come fanno anche i giovani expat spagnoliportoghesi e greci attraverso i media partner dell’inchiesta (oltre a ilfattoquotidiano.it per l’Italia, ci sono El Confidencial per la SpagnaP3 Público per il Portogallo e Radio Bubble per la Grecia).

Il vostro è un racconto che si inserisce il progetto Generation E, inchiesta di data journalism a cura di sette giornalisti europei, dove E che sta per Expat, per Erasmus ma anche Escape (generazione “in evasione”) per capire chi sono gli expat dell’area mediterranea, perché se ne sono andati e se preferiscono rimanere nel paese d’arrivo o vorrebbero al contrario tornare a casa. I risultati saranno pubblicati da tutte le testate partner in ottobre insieme alle testimonianze degli expat dagli altri Paesi che hanno partecipato. E a dati, stime e approfondimenti di ricercatori e decision-maker che si occupano di politiche giovanili e di migrazione in EuropaSul sito GenerationE.eu sarà possibile seguire gli sviluppi del progetto nelle altre lingue, così come sulla pagina facebook o attraverso l’hashtag Twitter #GenerationE. E c’è anche un gruppo dove gli expat possono conoscersi e scambiare idee e opinioni sulla vita all’estero.

Expat italiani – Nel nostro paese i dati sui flussi migratori parlano di decine di migliaia di giovani che ogni anno partono. Solo nel 2013 l’Aire – il registro degli italiani residenti all’estero – ha registrato 94.126 connazionali espatriati, con un incremento del 19,2% rispetto al 2012. Di questi, uno su due (il 48,3%, ossia 45.516 persone) ha meno di 40 anni. Ma le cifre dell’Aire non sono esaustive, perché non tutti gli italiani all’estero cambiano ufficialmente residenza.

Le stime del sito Fuga dei Talenti, ad esempio, parlano di almeno il doppio degli espatriati. Come se ogni anno una città come Parma, con 188mila abitanti, si trasferisse all’estero. Nel Regno Unito, il primo paese di destinazione per gli italiani in fuga, il console italiano a Londra Massimiliano Mazzanti ha dichiarato che i connazionali “ufficialmente iscritti all’Aire sono in tutto 220mila, mentre le stime sono di oltre mezzo milione a livello Paese e di 250mila nella capitale“. Non a caso il sindaco della City Boris Johnson ha accolto in aprile il premier Renzi dandogli il benvenuto nella “sesta città italiana”. Come se una città come Genova fosse stata trapiantata tra i quartieri di Londra.

Per la realizzazione del progetto GenerationE si ringrazia il supporto di European Cross-border Grant Programme di JournalismFund.eu.

@jackottaviani

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