Human Rights Watch (Hrw) ha denunciato oggi la censura del governo turco applicata a internet. Il governo di Ankara, si legge nel documento dell’Hrw, “negli ultimi mesi ha esteso i suoi poteri di censura online dei contenuti e di controllo dell’attività in rete senza una supervisione indipendente”. La denuncia arriva proprio mentre in questi giorni, e fino al 5 settembre, si sta svolgendo ad Istanbul il Global Internet Forum: promosso dall’Onu, all’incontro partecipano rappresentanti istituzionali, dell’industria e della società civile per confrontarsi sulle prospettive del web e sul governo mondiale della Rete.

Lo scorso febbraio, l’allora premier islamico e ora Capo dello Stato Recep Tayyip Erdogan ha varato rigide norme di controllo della rete per insabbiare scandali e corruzione in cui erano coinvolti esponenti del regime e membri della sua stessa famiglia. Un mese più tardi Erdogan ha vietato ai turchi l’accesso a Twitter e Youtube. Le norme riguardanti la rete sono contenute nelle legge di Internet 5651 attuata dall’Akp – il partito islamico al potere in Turchia – che ha bloccato l’accesso a decine di siti web e, nonostante le innumerevoli condanne internazionali, “Erdogan ha esteso la censura e incriminato gli utenti delle reti sociali” come ha denunciato la rappresentante di Hrw Cynthia Wong.

La stessa Wong, in concomitanza con il Global Internet Forum di Istanbul, ha invitato le delegazioni riunite al meeting a “non chiudere gli occhi davanti all’approccio sempre più repressivo del governo turco nei confronti dei diritti degli utenti della Rete”. Diritti che i turchi avevano espresso, proprio attraverso la rete, con l’occupazione del Gezi park nella primavera del 2013, rivolta repressa da Erdogan con l’intervento armato delle forze dell’ordine.

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