“Un orrore che non doveva accadere. Noi lasciamo le nostre case, le nostre famiglie e il nostro paese per venire a lavorare in Italia. Lo Stato  deve proteggere le lavoratrici straniere”. Parla Gianna, cugina di primo grado di Oksana Marteseniuk, la donna ucraina uccisa con oltre 40 coltellate in una villetta all’Eur (Roma) dove lavorava come governante. A pochi giorni dalla tragedia, la comunità ucraina si riunisce nella chiesa ortodossa di Roma per celebrare una messa in memoria di Oksana. “L’avevo sentita la sera prima del massacro – continua la cugina – non mi aveva detto di avere paura dell’uomo violento che viveva nella stessa villa dove lavorava”. Al termine dell’autopsia, il corpo della donna sarà trasferito nel suo paese per la sepoltura  di Annalisa Ausilio

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