Prima un sondaggio online per consultare il popolo del web, e poi l’annuncio: anche i terremotati si candidano alla presidenza della Regione Emilia Romagna. Sarà una lista di comitati cittadini, capofila Sisma.12, protagonista delle manifestazioni che negli ultimi due anni hanno portato in piazza le istanze della bassa terremotata, quella che parteciperà alle elezioni per la nomina del successore del governatore uscente Vasco Errani. Per ora è ancora presto per parlare di nomi, l’annuncio ufficiale è appena arrivato e si dovrà affrontare la raccolta firme per la candidatura (necessarie in proporzione alla grandezza della circoscrizione elettorale), e tuttavia il comitato, nato in seguito ai fenomeni sismici del 20 e del 29 maggio 2012, è già alle prese con il programma: lavoro, welfare, ambiente, snellimento della burocrazia che ad oggi ancora ingorga la macchina della ricostruzione.

“Per mesi, consultazione dopo consultazione, ci siamo sentiti chiedere dai cittadini di scendere in campo e partecipare alle elezioni – racconta Sandro Romagnoli, referente di Sisma.12 – tra un governo e l’altro, la fiducia nei partiti politici continua a scendere, e sempre più persone cercano un’alternativa. Prima di decidere, però, abbiamo voluto indire un sondaggio online, che in appena 12 giorni ha ottenuto una buona risposta”. Circa 700 persone, infatti, hanno risposto alla consultazione, spiega il comitato, e hanno chiesto a Sisma.12 di fare un passo avanti: “Non abbiamo sponsor politici o media nazionali per pubblicizzare le nostre iniziative, eppure siamo molto soddisfatti della partecipazione al sondaggio – spiega Romagnoli – quindi abbiamo deciso di candidarci”. Il comitato di cittadini è nato due anni fa, sulle macerie del terremoto, per denunciare i problemi di un’Emilia in ginocchio: dalla burocrazia, che ancora oggi paralizza aziende e famiglie, con migliaia di case e fabbriche tuttora da ricostruire, alla necessità di una fiscalità di vantaggio, “che quello del 2012 è l’unico sisma per cui si sono dovuti chiedere prestiti alle banche per pagare le tasse”, dalla disoccupazione, alle difficoltà di chi, 26 mesi dopo i fenomeni sismici, vive ancora in un container. Solo per fare qualche esempio. “Dire che partiamo dal basso sarebbe superfluo – spiega Romagnoli – perché prima del terremoto eravamo semplici emiliani, che poi si sono rimboccati le maniche per seguire, passo dopo passo, ogni aspetto di questa ricostruzione. Tuttavia parteciperemo, con la speranza di riuscire a entrare nei palazzi della Regione e restituire ai nostri concittadini un po’ di quel diritto alla partecipazione che da Roma il governo di Matteo Renzi sta cercando di sottrarci”.

Per il momento il comitato non ha ancora individuato una sua lista da presentare in campagna elettorale, ma un’idea su chi dovrebbe farne parte c’è già: “Vorremmo coinvolgere tutti i comitati dell’Emilia Romagna – continua Romagnoli – tutti coloro, insomma, che lavorano per la tutela del territorio e dei suoi cittadini. Dai comitati per la difesa dell’ambiente a quelli che si oppongono allo spreco di denaro pubblico legato ad alcune maxiopere, dal mare all’Appennino”. Al di là, insomma, dei soli problemi legati alla ricostruzione post sisma. “Non porteremo in Regione solo le questioni relative al terremoto e alle altre calamità naturali che hanno colpito questo territorio, sebbene già così si includa la maggior parte dell’Emilia Romagna. Cercheremo di lavorare per tutti, al netto di influenze esterne e apparentamenti con i poteri forti. Del resto noi non abbiamo poltrone da perdere, né favori da ricambiare: siamo un comitato”.

Non è escluso, però, un eventuale apparentamento con il Movimento 5 Stelle, con il quale già in passato i terremotati di Sisma.12 avevano collaborato per denunciare i problemi della gestione Errani, fino a poche settimane fa Commissario alla ricostruzione. “A noi interessano le azioni concrete, e siamo disponibili a lavorare con chi le azioni concrete le fa”. Una definizione che comprende, per il comitato, anche l’Altra Emilia Romagna, gli ex Lista Tsipras insomma, partito con cui i terremotati vorrebbero dialogare. “Con queste due realtà crediamo di avere punti in comune – spiega Romagnoli – che vanno oltre il tentativo di offrire all’Emilia Romagna un’alternativa al governo Errani, portato avanti un po’ da tutti i candidati del Pd alle primarie”. Il segretario regionale Stefano Bonaccini, già consigliere di viale Aldo Moro, il deputato Matteo Richetti e poi Palma Costi, rispettivamente predecessore e attuale presidente dell’Assemblea legislativa, e ancora l’assessore uscente all’Istruzione Patrizio Bianchi. Resta fuori solo l’outsider Roberto Balzani, sindaco di Forlì, gradito ai civatiani ma considerato nome troppo di rottura rispetto alla linea Errani – Pierluigi Bersani. “Sappiamo che realisticamente sarà difficile scalzare il Pd dalla poltrona – ammette Romagnoli – ma per noi sarebbe già un traguardo riuscire a indebolire un po’ l’egemonia dei democratici. Certo, il rischio c’è: una sconfitta elettorale potrebbe sminuire il lavoro fatto negli ultimi anni. Ma certe sfide devono essere affrontate”.

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