Una donna italiana di 23 anni, E.S., è stata ricoverata ieri a Istanbul con sintomi simili a quelli di Ebola. La donna era arrivata con un volo di linea dal Kenya e in viaggio si era sentita male. Lo riferisce il sito del quotidiano turco Zaman. Secondo il giornale, prima della partenza dal Kenya alla donna era stata diagnosticata la malaria. I medici l’avevano autorizzata lo stesso a viaggiare. Si è imbarcata a Kano su un volo della Turkish Airlines per Istanbul, portando con sé medicine anti-malariche. In volo aveva la febbre e ha vomitato per due volte, tanto che l’equipaggio l’ha portata in un locale speciale. Fra i passeggeri si è diffuso il panico e il pilota ha chiesto alla torre di controllo dell’aeroporto Ataturk di mandare una equipe medica all’arrivo. Poiché la donna aveva sintomi simili a quelli di Ebola, i sanitari turchi l’hanno messa in un contenitore di plastica trasparente isolato e l’hanno trasportata in ospedale, per accertare se era stata infettata dal virus. Secondo alcune fonti, la giovane potrebbe avere avuto una reazione ad un farmaco anti-malarico.

Il bilancio delle vittime intanto sale mentre si apre un dibattito fra scienziati e bioeticisti su come utilizzare in modo etico le poche risorse farmaceutiche a disposizione. Nell’attesa che arrivi il vaccino. Tra il 19 e il 20 agosto sono stati segnalati un totale di 142 nuovi casi di malattia da virus Ebola (confermati o sospetti) e 77 decessi in Guinea, Liberia, Nigeria e Sierra Leone. Lo afferma l’Oms. Il totale dei decessi dallo scoppio della crisi al 20 agosto è così salito a 1.427. Il totale dei casi è adesso 2.615. Nessun caso invece in Europa o nel resto del mondo. Ora quello a cui si guarda con preoccupazione è una “fiammata dell’epidemia”, ha detto David Nabarro, il coordinatore dell’Onu contro il virus.

L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha anche annunciato che sta lavorando su un documento operativo sulla strategia dell’Oms e dei suoi partner nella lotta ad Ebola “nei prossimi sei – nove mesi”, ha detto a Ginevra la portavoce dell’Oms, Fadela Chaib. Il documento dettaglierà un piano per ogni Paese colpito e prende in considerazione le caratteristiche ed i bisogni specifici dei diversi Paesi, ha aggiunto. Il documento finale dovrebbe essere disponibile la settimana prossima. “Nessuno sa quando l’attuale crisi di Ebola finirà”, ha ammesso rispondendo alla domanda di se questo implicava che la crisi si protrarrà ancora a lungo.

Intanto oggi in Nigeria sono stati registrati i primi due casi di Ebola da contaminazione secondaria, portando a 14 il totale dei casi confermati nel paese. Lo ha detto il ministro della Salute Onyebuchi Chukwu in conferenza stampa ad Abuja. Si tratta delle mogli di uomini che sono stati in contatto con un malato, il funzionario liberiano Patrick Sawyer, morto in un ospedale di Lagos cinque giorni dopo essere arrivato nella città portuale nigeriana con un aereo proveniente da Monrovia, in Liberia. Due casi che confermano le preoccupazioni sul fatto che siano le donne più esposte al rischio di contagio, occupandosi di curare i malati in casa prima che si possa capire che si tratta di Ebola.

Il governo inglese ha nel frattempo lanciato un appello di emergenza a scienziati e ricercatori per nuove idee per combattere l’epidemia di Ebola. Come riporta il quotidiano The Independent, a disposizione per la ricerca sarà stanziata la cifra di 6,5 milioni di sterline, con borse di studio che saranno assegnate agli esperti che potranno dimostrare, con prove e analisi, come si diffonde la malattia, il miglior modo di trattarla e come informare al meglio le persone sui rischi. 

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