Luxottica “non commenta”. In compenso fa sapere all’agenzia Ansa che “da tempo il presidente Leonardo Del Vecchio e l’amministratore delegato Andrea Guerra si stanno confrontando sulle migliori strategie future del gruppo”. Quel che ormai sembra certo è che dopo dieci anni il 50enne manager milanese si appresta a lasciare il colosso degli occhiali di Agordo (Belluno), diventato sotto la sua gestione leader mondiale del settore, con ricavi per oltre 7 miliardi l’anno. E a decidere di accompagnarlo alla porta è stato il fondatore e patron del gruppo, self made man con un patrimonio personale valutato da Forbes in 14,3 miliardi di euro, azionista anche di Generali e Unicredit Foncière des Regions. Mercoledì mattina, quando Sole 24 Ore Corriere hanno dato notizia della prossima uscita, a Piazza Affari il titolo del gruppo (quotato anche a New York) è andato a picco. In avvio segnava una perdita di oltre il 5%, poi ridotta in corso di giornata. Al momento della chiusura, le azioni Luxottica lasciavano sul terreno il 3,67%. 

Intanto gli analisti del broker Kepler Chevreux hanno ridotto la valutazione del titolo modificando il giudizio da “buy” (che equivale a dire: comprate perché pensiamo che si apprezzerà) a “hold” (mantenete le azioni che avete perché probabilmente non ci saranno variazioni significative). Una reazione difensiva giustificata dal fatto che, sotto la guida di Guerra e grazie a una lunga serie di acquisizioni internazionali, le azioni del gruppo sono passate da 13 euro (luglio 2004) a oltre 40: un incremento del 184%. 

La decisione, sempre stando a quanto trapelato finora, risalirebbe a poche settimane fa. Quanto ai tempi, secondo il Sole 24 Ore “il termine potrebbe coincidere con la fine dell’anno e del mandato del manager”. Retroscena e indiscrezioni chiamano in causa, per spiegare la rottura, le motivazioni più varie: visioni diverse sulla rischiosa e costosa partnership con Google per gli occhiali a realtà aumentata, stock option ritenute troppo alte da Del Vecchio, scontento per il comportamento del manager di fronte alla chiamata di Matteo Renzi. Al premier, che gli aveva proposto la poltrona di ministro dello Sviluppo economico, Guerra ha risposto di no, ma tre mesi dopo ha deciso di “tirargli la volata” versando con un mese di anticipo ai dipendenti del gruppo il bonus di 80 euro.

Gli anni della gestione Guerra, chiamato in azienda da Del Vecchio mentre guidava Merloni elettrodomestici, hanno segnato anche una svolta nelle relazioni sindacali. Con l’avvio, nel 2009, di un ampio programma di “welfare aziendale” comprendente per esempio l’iscrizione a una cassa di assistenza sanitaria integrativa e il rimborso dei libri di testo per i figli dei dipendenti. Dai rappresentanti locali delle maggiori sigle non arrivano comunque segnali di preoccupazione: Giuseppe Colferai, omologo della Filctem-Cgil di Belluno, ha riferito che il possibile abbandono di Guerra “era un rumor che girava con una certa insistenza in azienda gli ultimi giorni prima della pausa estiva”, ma “chiunque sia il suo successore Luxottica ha 8.600 negozi nel mondo ed è un gruppo condannato a crescere senza mai fermarsi”. Anche Anna Orsini, segretaria generale aggiunta della Cisl Belluno-Treviso, si è detta convinta che “questi avvicendamenti non producono ripercussioni”.

 

 

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