Renzi deve smettere di parlare e deve cominciare a fare“. Così Peter Gomez, ospite di “In Onda”, su La7, esordisce nella sua analisi dell’operato del governo Renzi. “Quando il premier è andato al governo” – continua il direttore de ilfattoquotidiano.it – “ha fornito un programma preciso con uno scadenziario, poi ne ha fornito un altro che riportava tutto a 1000 giorni. Noi facciamo finta di niente, ma nelle cancellerie estere tutto questo conta. E non conta solo lì”. Il giornalista ricorda la spinosa vicenda Cottarelli ed esamina la preoccupante situazione economica del Paese : “Abbiamo perso sei mesi e molte cose potevano essere già fatte. Non c’è più tempo, si potrebbe arrivare a un punto di non ritorno. Si può anche pensare a soluzioni diverse, che però non piacciono a Renzi. Il governo potrebbe agire sul fronte dei tagli in maniera seria. Non si riesce a capire” – prosegue – “perché non si è arrivati a un centro di spesa unico rispetto, ad esempio, alle spese sanitarie o all’accorpamento dei piccoli Comuni. Ci si è incistati sulle riforme istituzionali, ma da adesso a due anni cosa facciamo?”. Gomez osserva che non si è fatto ancora nulla per estendere la banda larga ultraveloce in tutto il Paese. E non solo. “Già un anno e mezzo fa” – puntualizza – “l’UE dice che il nostro sistema giudiziario penale non funziona anche perché abbiamo una disciplina della prescrizione che è demenziale. Il governo sta ancora lì a discuterne e quello che sta pensando di fare è ancora più demenziale. Perché allora l’esecutivo non fa le cose semplici? Abbiamo, ad esempio, un problema rispetto alla spending review, ma vogliamo parlare anche della revenue review? Vogliamo chiederci cosa intende fare rispetto ai patrimoni dei corrotti?“. Il direttore de ilfattoquotidiano.it chiede perché non si interviene sul tema della corruzione con precise norme, così come chiesto dall’UE: “Sarebbe un bel segno da dare ai mercati e agli investitori esteri, che, a torto o a ragione, vedono l’Italia come un Paese di chiacchieroni, corrotti, ladri e mafiosi“. Gomez esprime quindi preoccupazione per l’imminente futuro economico del Paese, visto che i segnali attuali sono tutto fuorché confortanti, tra disoccupazione e chiusura delle imprese. E conclude: “Parlando di politica non dobbiamo dimenticare un vecchio detto popolare che è sempre valido in questi casi: il pesce puzza dalla testa. E il pesce italiano in questo momento puzza parecchio

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