Raffaele Cantone come Pol Pot. A paragonare il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione al dittatore cambogiano è Maurizio Gasparri. “Questo Cantone – dichiara il senatore di Forza Italia – arriva affaticato al suo incarico. Proponga idee migliori invece di proporre metodi degni di Pol Pot. Bisogna punire i ladri, non creare un clima da caccia alle streghe”. Ad innescare l’attacco di Gasparri sono state le parole del commissario anticorruzione che, dalle colonne del Corriere della Sera e del Mattino, ha proposto di utilizzare gli agenti provocatori per reati di corruzione. “Al governo – questa l’idea del magistrato – direi di ampliare gli istituti dell’agente provocatore validi per la criminalità organizzata. Non solo il classico infiltrato. Penso anche a chi si finge corruttore”.

“La lotta alla corruzione – ribatte il senatore forzista – deve essere rafforzata con un impegno totale. Giusto valutare ulteriori norme, punizioni e interventi di vario tipo. Trovo personalmente invece folle l’idea di Raffaele Cantone di introdurre degli agenti provocatori, cioè degli esponenti dello Stato che fingendosi corruttori, andrebbero in pratica a sollecitare comportamenti illegali per poi punirli. Un conto è infiltrarsi nelle organizzazioni criminali per smantellarle, questo avviene da sempre in vari campi ed è utile, altro è mandare in giro degli untori che alimentino illegalità. Mi pare un’ipotesi insana da evitare”.

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